Antonio Facco 1991
Trasversale, libero, appassionato e anche poliedrico (tra i suoi progetti recenti il concept di una cabina d’aereo per AgustaWestand) tanto da muoversi, come vuole una certa tradizione, tra interni e prodotto. Sono questi gli aggettivi che definiscono l’approccio progettuale di Antonio Facco. Al Salone di quest’anno continua la sua pluriennale collaborazione con il marchio Cappellini, per il quale lavora su progetti diversi, presentando la serie di tavolini Luce, acquisiti anche dal MoMa Store di New York. Questi ultimi e la lampada-scultura Mondo per l’editore svedese Oblure, dichiarano bene la visione borderline di Facco che si dice interessato da sempre agli sconfinamenti nell’arte, soprattutto quella italiana degli anni Sessanta, per portare ricchezza all’esperienza del vivere gli oggetti. Così nel suo design se la variazione cromatica dei tavolini deriva dall’uso del vetro colorato, nella lampada un effetto di dinamismo è conferito dal gioco di sovrapposizione del paralume inciso graficamente.
He is interdisciplinary, free-spirited, passionate and also multi-talented (his recent projects include an aircraft cockpit for AgustaWestand), so like others can happily work on both interior design projects and product development. This sums up the design approach adopted by Antonio Facco. At this year’s Furniture Fair he continues his long-standing partnership with the Cappellini brand, for which he is involved on various projects, presenting his series of Luce tables, bought also by the MoMa Store in New York. These latter items and the Mondo sculpture-lamp, designed for Swedish publisher Oblure, well express Facco’s borderline vision: he says he has always been interested in the ways in which his work can spill over into the realm of art – especially Italian art of the 1960s – bringing an extra richness to how his objects are perceived. So while the colour variation of the table comes from the use of coloured glass, the lamp features a graphic, dynamic shade whose overlap system produces changing effects.