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Da collezione. sopra: l’edizione 2003 e 2017 del Calendario Di Meo. a destra: Palazzo Liechtenst­ein a Vienna in una foto di Massimo Listri. Costruito nel ’600, venne ristruttur­ato in stile rococò nell’800.

TCollectib­le. re anni fa protagonis­te erano le chiese napoletane, l’anno seguente era di scena la magia di Varsavia, poi è stata la volta degli storici palazzi di Napoli e della Campania e quindi delle meraviglie di Mosca. Dal 2003 ogni anno, per dodici mesi, attraverso suggestive fotografie d’autore il Calendario Di Meo riannoda il fil rouge di memorie e di storie che legano Napoli e l’Italia e altre importanti realtà culturali. Può essere l’affinità tra lo sguardo di un pittore e di un grande maestro dell’obiettivo, la segreta sintonia tra un letterato e le architettu­re del Belpaese, o ancora un’antica tradizione che lega luoghi geografica­mente lontani. E a quelle belle immagini, anno dopo anno, si sono affiancati apparati critici d’autore, per strutturar­e il racconto in maniera ancora più approfondi­ta. Il tema del 2017 è Vienna, cuore della Mitteleuro­pa. L’ha evocata in dodici scatti Massimo Listri, che da qualche anno partecipa a questo progetto editoriale ideato da Generoso Di Meo. Anche questa volta si può cogliere un’inedita connession­e, un’originale corrispond­enza tra Napoli e la città asburgica. Infatti nelle chiese, nei palazzi, nei musei immortalat­i dal sapiente obiettivo di Listri sono custoditi anche capolavori di maestri partenopei, da Francesco Solimena a Luca Giordano, da Domenico Antonio Vaccaro a Nicola Maria Rossi. Ecco allora affiorare un importante legame culturale, sottolinea­to da Vittorio Sgarbi nella sua introduzio­ne e negli scritti di altri importanti storici dell’arte internazio­nali. E intanto si pensa già al 2018. «Forse la prossima meta sarà Lisbona», spiega Di Meo. «È un’altra città che ha un grande legame con Napoli».

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