AD (Italy)

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THE GREAT BEAUTY,

- A far l’amore comincia tu, Marforio La grande bellezza La grande bellezza La grande bellezza La dolce vita. La grande bellezza.

Sulla terrazza impazza la festa. Corpi sudati si sfiorano, ballano e si sfregano l’uno addosso all’altro sulle note ossessive di remix di un vecchio successo di Raffaella Carrà. Volti deformati dal botulino, look grotteschi, sguardi famelici e annoiati. E trenini “che non vanno da nessuna parte”. Roma, intorno, sembra dormire. Distratta, inerte, disincanta­ta. Ai corpi che si agitano frementi nella danza pseudo-orgiastica corrispond­ono i corpi immobili e scolpiti delle statue. Corpi di carne, corpi di pietra. Corpi organici, corpi inorganici. Corpi che sentono, corpi che non sentono nulla. La Roma de sta in buona parte in questo attrito, in questa doppiezza. Jep Gambardell­a (un gigantesco Toni Servillo) la esplora soprattutt­o all’alba, nelle sue passeggiat­e solitarie al termine delle feste mondane di cui è il “re”: deserta, sospesa in una meraviglia senza tempo, è una Roma fatta di attici e terrazze, di parchi e di palazzi, di silenzi e di “sparuti, incostanti sprazzi di bellezza”. Sorrentino gioca con le identità dei luoghi, li intreccia e li trasforma secondo le sue esigenze narrative: dal Giardino degli Aranci al Tempietto del Bramante o al dei Musei Capitolini, dal Parco degli Acquedotti al Cimitero monumental­e del Verano, dalla loggia di Villa Giulia dove è allestita una mostra di fotografia alle Terme di Caracalla dove fa la sua apparizion­e una giraffa misteriosa, è una Roma magica e surreale, marmorea e sensuale, sfinita eppure vitale. È una Roma segreta e nascosta, che non si rivela al primo che passa, e che esige anzi lo sguardo rapito che hanno Jep e Ramona (Sabrina Ferilli) quando riescono a entrare nei “palazzi delle principess­e” ed esplorano di notte alcuni dei gruppi marmorei più belli del mondo. La terrazza dell’inizio – quella su cui campeggia l’insegna al neon (a destra nella foto) della Martini – è sul tetto del palazzo dell’Ina, tra via Sallustian­a e via Bissolati. L’appartamen­to in cui la bella signora interpreta­ta da Isabella Ferrari invita Jep per una notte d’amore si affaccia invece su Piazza Navona. E la scena del funerale si svolge nella chiesa dei Santi Domenico e Sisto, tra la Salita del Grillo e via Panisperna. Ma non vale la pena accanirsi più di tanto nella ricerca e nel riconoscim­ento dei luoghi. La Roma de non ha nulla di “realistico”, nulla di turistico: è una città immaginata e ridisegnat­a dall’occhio visionario e surreale di Paolo Sorrentino, esattament­e come aveva fatto Federico Fellini con la Roma de Ma nel suo continuo attrito fra vitalismo e indolenza, tra frenesia e immobilità, fra i corpi di carne degli umani e i corpi di pietra delle statue, è molto più che una “dolce vita” dei nostri tempi cafoni. È un mix di nichilismo, cinismo e disincanto che ha il coraggio di mettere in scena non sentimenti nobili, non storie di riscatto, non temi sociali e civili, non messaggi rassicuran­ti, non denunce urlate e ringhiose, ma sempliceme­nte la scoperta di quanto l’uomo sia miserabile. Senza compromess­i, senza ipocrisie, Paolo Sorrentino – con la scusa di seguire Jep Gambardell­a nelle sue flâneries o lungo il Tevere, o nella sua vana ricerca dell’“odore delle case dei vecchi” – ci mette a poco a poco di fronte alla percezione dell’irrilevanz­a. Della vanitas vanitatum. Forse è per questo che in molti – soprattutt­o in Italia – non lo sopportano. Perché ci dice che la “grande bellezza” evocata dal titolo, purtroppo, non ci appartiene più, non ci riguarda. L’abbiamo smarrita. Non la sappiamo più riconoscer­e. Non la vediamo neppure, a volte, anche se l’abbiamo lì, davanti agli occhi. Almeno finché non c’è qualcosa o qualcuno – un film? – che ce la fa ritrovare. Come fa – appunto –

La grande bellezza The Young Pope, L’uomo in più Il divo New myths. Paolo Sorrentino on the set with actor Massimo Popolizio, portraying a plastic surgeon.

 ??  ?? Nuovi miti. Paolo Sorrentino sul set con l’attore Massimo Popolizio, nei panni di un chirurgo plastico. WHO’S WHO Paolo Sorrentino sta al cinema contempora­neo come Federico Fellini stava al cinema degli anni ’60 e ’70. Stessa visionarie­tà. Stessa...
Nuovi miti. Paolo Sorrentino sul set con l’attore Massimo Popolizio, nei panni di un chirurgo plastico. WHO’S WHO Paolo Sorrentino sta al cinema contempora­neo come Federico Fellini stava al cinema degli anni ’60 e ’70. Stessa visionarie­tà. Stessa...

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