1989
La storia di Poliform inizia a Inverigo quando in fondo non dovrebbe. È il 1942, infuria la guerra e per l’Italia non va bene, l’Africa è perduta, cadono le prime bombe alleate (Cantù e la Brianza ebbero il loro battesimo di fuoco la notte del 24 ottobre di quell’anno). Chi mai si prenderebbe la briga di fondare un’azienda mentre non si sa dove e come si sarà domani? Eppure gli Anzani e gli Spinelli, giovani rami di un’antica famiglia del Comasco, ci credono, si mettono in proprio per fabbricare il prodotto brianzolo per antonomasia: il mobile d’arte. Quando le armi tacciono, l’audacia è premiata. C’è la Ricostruzione, c’è il Boom, occorrono case e mobili per arredarle, nell’aria c’è voglia di nuovo e di antico insieme: per la falegnameria Anzani-Spinelli significa sviluppo. Nel segno del “c’è da fare, bisogna farlo”, il mantra dei brianzoli doc.
Poi. Poi il 1970. Questa volta sono i figli dei pionieri a volersi mettere in proprio per tracciare una loro strada che guarda al mobile contemporaneo più che a quello in stile: Alberto Spinelli, Aldo Spinelli, Giovanni Anzani, cugini, 66 anni in tre. Tre moschettieri. Così nasce Poliform. Un patto alla pari il loro: «Abbiamo deciso di fare il presidente a rotazione», ha ricordato Anzani, Nino per gli amici, «ognuno portava e porta all’azienda una sua visione, una competenza specifica. Un’idea nuova, precedente: Album di famiglia. pagina sotto: sopra e