CATTEDRALE DOMESTICA In PUGLIA un vecchio tabacchificio è stato trasformato in una masseria.
Un TABACCHIFICIO degli anni Trenta in Puglia diventa la casa delle vacanze di una famiglia internazionale in continuo movimento. Che qui convoglia pezzi storici, arredi vintage e design “rilassato” che occupa, senza snaturarlo, un interno con un che di SACRALE . Tra alte volte a crociera e navate delimitate da colonne.
Auna prima occhiata, la Masseria Diso sembra non avere pretese. Il basso edificio rettangolare di pietra, posto alla fine di una strada delimitata da alti pini marittimi, ha poco che possa suggerire un passato (o anche un presente) interessante. Ma ogni posto ha una storia che aspetta di essere scoperta, e questo non fa eccezione. Il suo aspetto modesto non rivela alcun indizio di quello che attende i visitatori all’interno. Grandi porte in vetro e ferro riflettono il filare di alberi ed è solo quando si aprono che si rimane sorpresi dalla vista di un enorme spazio bianco (400 metri quadrati) con colonne, volte e archi, quasi fosse la navata di una chiesa.
Costruito negli anni Trenta sotto Mussolini per la produzione locale di tabacco (qui lavoravano circa 100 persone, in maggioranza donne), diede poi asilo ai soldati polacchi e ai partigiani italiani durante la Seconda guerra mondiale. Nell’immediato dopoguerra l’edificio servì come magazzino agricolo e negli anni Sessanta venne venduto a privati, fatto che mise fine alla produzione di tabacco. Ora è casa di Giovanni Favilli, diplomatico italiano nato in Toscana, di sua moglie Zan (vietnamita) che lavora Posti di conversazione. in alto: nel living, divano Tufty-Time di Patricia Urquiola (B&B Italia), tavolino in pietra di Lecce dello scultore Renzo Buttazzo, tavolini bianco e verde Demetrio di Vico Magistretti (Artemide), poltrone Soriana di Tobia Scarpa (Cassina), appliques Mesmeri (Artemide). pagina seguente: l’ingresso è dominato da tre pezzi dalla celebre serie UP di Gaetano Pesce (il piede, la poltrona rossa – richiamo di un corpo femminile – e il pouf a palla, tutti B&B Italia). A soffitto, una serie di sospensioni Naviglio (Boffi). nel marketing, nell’ospitalità e nell’industria cinematografica e dei loro tre figli (Alessandro, Lela e Anna). La coppia era in cerca di un posticino che potesse diventare la loro casa delle vacanze. «Avevo letto del Salento e del fatto che si potessero trovare belle case a un ottimo prezzo rispetto alla Toscana», dice Giovanni. Nel 2013, seguendo la dritta di un amico che gli aveva parlato di un vecchio tabacchificio in vendita, vennero a vederlo e, nonostante la metratura, se ne innamorarono e decisero di comprarlo. La storia della destinazione d’uso dell’edificio riflette la natura fluttuante della vita dei Favilli, che per il lavoro di Giovanni cambiano casa ogni 4-8 anni. Per rendere abitabile il tabacchificio sono stati fatti lavori di ristrutturazione. Ma, secondo quello che dice l’architetto Raffaele Centonze, senza stress: «L’idea è stata quella di mantenerne il più possibile l’aspetto industriale, combinato con interni di design». In linea con questo assioma, il guscio originale non è stato toccato, le porte e le finestre originali in legno sono state rimpiazzate con porte e finestre in ferro e vetro. Una delle modifiche più importanti apportate alla struttura è stata l’apertura del muro posteriore, di fronte alla nuova piscina, posizionata in modo ortogonale rispetto all’edificio, a creare un asse fra il cancello d’entrata e la porta principale. «Quest’idea aggiunge una sensazione di fluidità e crea linee di luce che interrompono lo spazio, ma senza muri divisori», spiega.
L’open space è l’idea centrale della Masseria Diso: «Volevamo mantenerne la struttura aperta, dove gli archi e le volte definiscono lo spazio e danno la sensazione di trovarsi in una pubblica piazza, una piazza italiana interna», commenta l’architetto. Questo è il meeting point sociale della casa, mentre le camere da letto mantengono la loro privacy. «Come in una vera piazza, i bambini sono sempre tentati di scorrazzare in giro», aggiunge Zan. Con i suoi soffitti a volte e i grandi spazi, l’interno so-
L’ idea è stata quella di mantenere il più possibile l’aspetto industriale del vecchio tabacchificio, combinato con interni di design.
miglia a quello di una chiesa gotica, fatto che ha spinto Raffaele a soprannominare il progetto “La Grande Chiesa”. La “navata” è formata da 36 volte a costoloni, molto alte e ampie, che trasformano il tabacchificio in un edificio rurale sorprendente con spazi eccentrici e fuori scala, un’impressione amplificata dal bianco predominante negli interni. Con un’atmosfera tranquilla, pacifica, quasi sacra, data dagli archi e dalla pietra. Per proseguire con la metafora ecclesiastica, anche il pavimento ha una pianta a croce latina con tre navate, transetto e abside intorno ai quali sono posizionate le sei camere da letto. «Volevamo una casa aperta, luminosa e sgombra, dove tutto fosse all’insegna della semplicità», dice Giovanni. «E la semplicità è la più grande delle sofisticatezze, come ha detto Leonardo da Vinci». Gli arredi sono un mix eclettico di pezzi di metà del secolo scorso, mobili di famiglia e creazioni contemporanee (scelte per la cucina, le sale da bagno e l’illuminazione), oltre alla magnifica collezione di pezzi di design vintage e di modellini di automobili. «Anche se i bambini sono molto attratti dalle automobiline, sanno che sono i “giochi intoccabili” del papà», spiega Zan. C’è qualcosa in questa casa che le dona un’aura speciale, per esempio il semplice e umile aspetto rurale esterno in contrasto con la grandiosità dell’interno, o la morbida simmetria degli alberi in contrasto con la più severa spigolosità degli archi interni. «Volevamo mantenere l’anima dell’edificio, conservarne il marchio originale aggiungendo un tocco contemporaneo alla fabbrica di tabacco», dice Giovanni. Nessun dubbio che la famiglia Favilli e l’architetto Centonze ci siano riusciti.
Sotto le volte. in alto: la cucina custom con bancone artigianale. Tavolo e sedie vintage. Lampada PH5 di Poul Henningsen. a destra in alto: la camera da letto delle bambine. Lampade Splügen Bräu di A. & P.G. Castiglioni (Flos), Eames Plastic Armchair RAR gialla, misura baby, e sgabello Efebo di Stacy Duke per Artemide (entrambi vintage). a destra in basso: una delle sale da bagno, con vasca freestanding e la piantana Hebi snake di Artemide. pagina precedente: la zona pranzo, col tavolo di Marina Home Interiors e le sedie Tulip di E. Saarinen (Knoll) e Panton (Vitra). Lampada a terra Yang touch (Artemide).