STUDIO LIDO, creatività per due.
“Seven for the Future”, prima puntata: con ILARIA INNOCENTI e GIORGIO LABORATORE di studio Lido iniziamo a conoscere i protagonisti del progetto di AD per valorizzare la creatività dei giovani.
Con questo articolo entriamo nel vivo del progetto “Seven for the Future”. Parleremo di sette studi e nove giovani talenti che AD seguirà per un anno dando voce e immagine alle loro idee e ai loro elaborati. I primi che abbiamo incontrato sono Ilaria Innocenti e Giorgio Laboratore di Studio Lido, da loro fondato nel 2014. Lei è di Maranello, lui di Palermo. Lei è esuberante, lui predilige il tratto discreto. Lei ama il disegno, lui creare modelli tridimensionali con la carta. A Milano Ilaria Innocenti e Giorgio Laboratore hanno trovato, nel design, la giusta chimica per progettare (e vivere) insieme. Qual è, chiediamo, il vostro approccio al progetto? Si rifà al lavoro di bottega. Preferiamo la sfida artigianale ai grandi numeri dell’industria. Indaghiamo i materiali – dal legno al metallo, dai tessuti al cuoio e al vetro – per arrivare a padroneggiarne tutti gli aspetti. Nel lavorare con aziende e artigiani cerchiamo di introdurre sempre idee nuove per noi e per loro. La routine non ci piace. Un esempio di questa visione tra i vostri prodotti? Un po’ tutti. Prendiamo Cinetica del 2018: un rivestimento parietale a moduli tridimensionali di peltro. Un materiale, inedito per l’interior design, che siamo abituati a vedere con una patina scura e opaca e che, invece, riuscendo a convincere il produttore, Marinoni Peltro, abbiamo voluto luccicante, capace di mutare d’aspetto, di muoversi con la luce e le ombre. Anche le varie forme che abbiamo ideato per i moduli sono state una sfida: per fare aderire in modo stabile alla parete il modulo a foglia abbiamo dovuto inventare sul suo retro una sorta di fuga, una scanalatura in cui viene colato l’adesivo. Un vostro prodotto cela sempre un’intelligenza, un gene innovativo, una narrazione: tutto in fondo nasce da lì. Come lo specchio Selfportrait creato per Portego, o le sedute Chemise per MY Home Collection… Selfportrait è formato da un ventaglio ligneo di difficilissima esecuzione che accoglie un foglio d’acciaio specchiante sulle due facce. Il falegname ci diceva che non gli riusciva di dare al legno la foggia della carta piegata. Proprio ciò che volevamo: creare qualcosa che non c’era prima. Alla fine ci siamo riusciti. Per noi fondamentale è che, a progetto realizzato, tutti i coinvolti siano soddisfatti. Poltrona e divano Chemise sviluppano in modo originale una tematica cara ad Alessandro Mendini, uno dei nostri riferimenti: la morbidezza. Sono sedute dalla doppia personalità, il tessuto avvolge e ammorbidisce la solidità della struttura. L’anello metallico che lega le parti imbottite le fa assomigliare a un capo di moda.