Affacciati sul Canal Grande per vivere l' unicità della Aman SPA
Gli autentici veneziani dicono che nella città c’è un vero solo palazzo: il Palazzo Ducale. Centro del potere ai tempi della Repubblica rappresentava la politica e la giustizia e ospitava il Doge, capo riconosciuto della Serenissima. Tutte le altre centinaia di splendide abitazioni appartententi alle famiglie nobili, affacciate sui canali del centro storico, pur nella loro bellezza ed eleganza, erano solo residenze private dell’aristocrazia cittadina. Una ostentazione della propria ricchezza, sia che si propendesse per una casa-fondaco ispirata nella struttura all'architettura bizantina - le più belle sono ancor oggi osservabili soprattutto nella zona di Rialto - oppure per un edificio in stile gotico, rinascimentale, o barocco, fino a quelli in stile neogotico ed eclettico degli ultimi due secoli. Al di là dei differenti stili, si tratta di residenze di lusso che sono state abitate dalle grandi famiglie veneziane per poi, spesso passare nelle mani di magnati o fondi di investimento stranieri. Sono pochi quelli in cui ancora vivono i discendenti dei grandi commercianti veneziani, molti infatti sono stati riconvertiti in grandi alberghi. È il caso dell’aman Venice, un palazzo che oggi accoglie i propri ospiti nelle stanze che una volta furono delle famiglie Coccina, Tiepolo e Papadopoli. Costruito dopo la metà del '500 dall'architetto bergamasco Giangiacomo de Grigis, già collaboratore del Palladio, lo stabile fu realizzato su un terreno precedentemente occupato da basse case trecentesche, su incarico dei Coccina, ricca famiglia bergamasca di commercianti e fabbricanti di pannilana. Quasi due secoli dopo il palazzo venne ceduto alla famiglia Tiepolo, fra le più illustri di Venezia, omonima ma da non confondere con quella del celebre pittore Giambattista, che pure nel 1750 qui dipinse un’alcova, mentre il figlio Giandomenico decorava il secondo piano nobile. La proprietà continuò a passare di mano e nel 1864 i conti Nicolò e Angelo Papadopoli per apportare alcune modifiche sostanziali alla struttura originaria chiamarono l'architetto Girolamo Levi, mentre per gli interni fu coinvolto l’antiquario Michelangelo Guggenheim, che coinvolse Cesare Rotta per gli affreschi
che ancora decorano lo scalone principale del palazzo. Questi interventi portarono a un riammodernamento in stile neoclassico, alla costruzione di un’intera nuova ala e all’aggiunta di un giardino, scelta che ha reso Palazzo Papadopoli l’unico ad avere ben due giardini sul Canal Grande. Da quando la famiglia Arrivabene Valenti Gonzaga, erede dei Papadopoli, ne ha preso possesso, il palazzo ha vissuto una nuova stagione ospitando prima l’istituto di Scienze Marine, divisione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e poi in parte affidato ad Aman Resorts International, un gruppo dell’hotellérie di lusso con 31 destinationi in 20 paesi, che ha scelto Venezia per la sua prima apertura italiana. A guidare l’intervento progettuale di trasformazione è stato Jean-michel Gathy, architetto di origine belga, ormai diventato una delle leggende nella progettazione di strutture per l’ospitalità. Nelle sue interviste il progettista racconta come consideri cruciale la località in cui lavora, al punto di studiare i modi in cui vive la popolazione locale, e il rapporto con le condizioni climatiche e ambientali. Per l’aman Venice, Gathy ha lavorato diciotto mesi per un intervento che ha coinvolto le 24 suites e tutte le
ampie sale comuni. Dalla reception, cui si accede usualmente da un piccolo porticciolo, si sale attraverso una grandiosa scala che conduce al piano principale dove si trovano l’area lounge, il bar e due saloni. Ogni stanza mantiene un’identità che la assimila a un’opera d’arte, con marmi antichi, affreschi, legni decorati e lampadari originali misti ad arredi di design all’avanguardia e da uno studio delle luci particolarmente curato. L’offerta dell’albergo, fra i pochissimi ad aver ricevuto sette stelle in tutto il mondo, è arricchita da una proposta gastronomica di due ristoranti, dove il menu è supervisionato dallo chef Davide Oldani: piatti sofisticati preparati con i prodotti freschi dei mercati locali sono serviti in ambienti unici affac-
ciati sul Canal Grande. Non manca uno spazio dedicato al benessere, dove si integra la tradizione con il meglio della scienza moderna, garantendo una guida, un supporto e la conoscenza di protocolli che superano i confini fisici della SPA: i trattamenti Signature dell’aman Venice sono realizzati sulle acque di Salsomaggiore Terme, ideati per riattivare la circolazione, rivitalizzare e disintossicare il corpo con un profondo relax per la mente. Quest’anno sono stati introdotti nel menu i nuovi Aman Signature Treatments sviluppati su tre percorsi – Grounding, Purifying e Nourishing – con ingredienti che interagiscono con il corpo umano per promuoverne il cambiamento, l’equilibrio e risultati a lungo termine. La secolare storia del Palazzo Papadoli fa da scenario a momenti di relax e benessere unici che nel 2017 hanno contribuito alla vittoria di uno degli Italian SPA Award nella categoria Urban SPA. Un riconoscimento prestigioso che premia la proprietà, il management, lo staff della SPA, e soprattutto rende omaggio a Venezia per la sua meravigliosa unicità.