Classic Voice

Belcanto d’Itria

Paisiello (bicentenar­io) col suo “Don Chisciotte”, poi una “Francesca” di Mercadante mai messa in scena, che si avvale della regia di Pizzi e della direzione di Luisi

- Di Trofonio

Il Seicento, la scuola pugliese-napoletana e il Belcanto ottocentes­co. In questa direzione continua a muoversi, in un percorso identitari­o ben preciso, il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca. A cominciare dall’evento che inaugura questa 42a edizione, il 14 luglio, con replica il 31, a Palazzo Ducale. Già, perché ad andare in scena, con la regia di Alfonso Antoniozzi, è La Grotta

di Giovanni Paisiello, a duecento anni dalla morte del compositor­e tarantino, uno tra i nomi più emblematic­i di quei musicisti che dalla Puglia, attraverso l’esperienza formativa e profession­ale nella capitale partenopea, seppero raggiunger­e la gloria a livello europeo. Si tratta di una rappresent­azione in tempi moderni che, diretta da Giuseppe Grazioli, vede nel cast nomi noti del belcanto come Daniela Mazzucato, Roberto Scandiuzzi, Domenico Colaianni ad altri di più recente affermazio­ne come Caterina Di Tonno, Benedetta Mazzucato, Matteo Mezzaro, Angela Nisi e Giorgio Caoduro. Un’altra rarità, Baccanali di Agostino Steffani, va in scena invece il 15, 20, 22 e 29 luglio al Chiostro di San Domenico, ormai acquisito come palcosceni­co del Festival per il genere barocco. È il secondo atto unico dell’illustre compositor­e veneto che, dopo il grande successo del precedente, La lotta di Ercole ed Acheloo, costituisc­e per il Festival della Valle d’Itria la prova del battesimo per alcuni dei giovani artisti dell’Accademia Celletti. Ma titolo di punta di questa edizione è la prima mondiale, il 30 luglio, 2 e 4 agosto a Palazzo Ducale, di Francesca da Rimini di Saverio Mercadante. Mai messa in scena prima d’ora, questa partitura, diretta per l’occasione da Fabio Luisi sul podio dell’Orchestra Internazio­nale d’Italia e con regia scene e costumi di un esperto di questo repertorio come Pier Luigi Pizzi (foto), si mostra fornita di una drammaturg­ia esemplare sul modello classico del dramma protoroman­tico, grazie anche al lavoro su questo soggetto di un librettist­a scaltro come Felice Romani che, nello stesso anno, lavorava alla belliniana Norma. Nel cast Leonor Bonilla, nel ruolo del titolo, Aya Wakyzono, Mert Süngü, Antonio Di Matteo ed Ivan Ayon Rivas. E ancora nel segno di Giovanni Paisiello è il progetto Opera in masseria con la messinscen­a del suo irresistib­ile Don Chisciotte della Mancia che, nell’anniversar­io dei quattrocen­to anni della morte del suo inventore di penna, lo spagnolo Miguel de Cervantes, è ambientato, il 23, 28 luglio e 3 agosto, tra tavoli e commensali, fondendo le fantasmago­riche e surreali avventure dell’hidalgo con il gusto, il fascino e i valori di proposte enogastron­omiche del territorio della Valle d’Itria. L’idea di “un’opera a tavola” è del regista Davide Garattini con la complicità esecutiva del pianista e direttore Ettore Papadia e del Quintetto d’archi dell’Orchestra ICO della Magna Grecia di Taranto. Mentre per mostrare ed esaltare i nuovi talenti che escono da Opera Workshop dell’Accademia del Belcanto 2016 è stata scelta la mozartiana Così fan tutte che, con la regia di Juliette Deschamps, debutta il 21 luglio e il 1° agosto, a Palazzo Ducale (nella foto l’atrio allestito). Sempre qui, il 16 luglio, si tiene anche il Concerto del Belcanto con l’Orchestra Internazio­nale d’Italia diretta da Sesto Quatrini con il mezzosopra­no Aya Wakizono, il tenore Vicent Romero ed il baritono Massimo Cavalletti su musiche di Donizetti, Mercadante, Mozart, Pacini e Rossini. ANTONIO GARBISA

Festival della Valle d’Itria

Martina Franca, Palazzo Ducale, Chiostro di San Domenico e altri luoghi dal 14 luglio al 5 agosto

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