Ammiratori eccellenti
Massimo Mila
Il 24 ottobre 1948 sull’edizione piemontese dell’“Unità” Massimo Mila inaugura i suoi numerosi interventi sul coro Sat, che gli attirano le critiche dell’amico Cesare Pavese. “Abbi pazienza, caro Cesare”, risponde Mila, “ma tutte le storie dei Boscimani e degli Ottentotti (pitture rupestri comprese) te le cedo volentieri per il geniale traslato di quella rima che, esaltata da uno slancio del- la melodia, improvvisamente ti sostituisce all’astratta numerazione la concretezza sostanziosa di quella ‘bionda’ in mezzo al prato”.
Giorgio Federico Ghedini
Il compositore e didatta Ghedini si dedicò anche all’elaborazione di canti popolari provenienti dalla tradizione arcaica, dedicando alcune sue musiche al Coro della Sat di Trento. Si tratta di due canti risorgimentali: Rosa d’aprile e Son morti per la Patria. Contributi autorevoli che si sommano alle opinioni positive espresse da altri suoi contemporanei quali Riccardo Zandonai e Luigi Dallapiccola.
Arturo Benedetti Michelangeli
“Tra i documenti più cari al Coro della Sat”, scrive Mauro Pedrotti, direttore del gruppo, “c’è una fotografia con Arturo Benedetti Michelangeli. Quella fotografia è molto più di un’istantanea. Fra quei coristi lui, genio pianistico, è come a casa sua. Ecco perché, dal 1949, per quarantasei anni, l’amicizia profonda tra Arturo Benedetti Michelangeli e il Coro della Sat si è consolidata, malgrado la distanza fisica, il diverso ambiente di vita e di lavoro. E si è snodata sull’eco dei 19 canti popolari che il Maestro ha armonizzato per il coro”.
Azio Corghi
Al Coro Edelweiss del Cai (Club alpino italiano) di Torino, impegnato dal 1950 nel canto popolare dedicato alla montagna, Azio Corghi ha espressamente dedicato una composizione moderna di cinque brani intitolata Alpincord, con rielaborazione di brani dialettali del poeta Nino Costa.