Classic Voice

DISTANT LIGHT BARBER, HILLBORG, BJORK

- ELVIO GIUDICI

Renée Fleming SOPRANO Sakari Oramo DIRETTORE Royal Stockholm ORCHESTRA Philharmon­ic CD Decca 4830415 18,60 PREZZO ★★★

Il titolo è ricavato da un verso del primo brano del ciclo (quattro in tutto) The Strand settings dello svedese Anders Hillborg, composto espressame­nte per la Fleming su testi del canadese Mark Strand (19342014): venti minuti di pittura d’un’anima, dalla scrittura scorrevole la cui “modernità ben temperata” ammicca al primo Novecento facendolo però con quell’abilità (non ultima l’essere molto ben scritta per la voce, al pari dei cicli che l’hanno preceduto, in testa a tutti quei Neruda Songs creati dalla fantasmago­rica arte di Lorraine Hunt che a tutt’oggi credo restino il suo capolavoro) e quella vivacità ritmica che lo rende oltremodo affine al Samuel Barber di Knoxville, Summer of 1915 presente anch’esso in questo recital dal timing alquanto magrolino di neppure 50 minuti. Poco affine, al contrario, alle tre miniature della compositri­ce islandese Bjork (il nome intero sarebbe Björk Guðmundsdó­ttir, l’ovvia impronunci­abilità del quale impone l’abbreviati­vo) arrangiate da Hans Ek con dubbi risultati. La Fleming ha annunciato da poco il suo ritiro dalle scene, affidato alle riprese del Rosenkaval­ier al Met. Saggia decisione. La voce ha ancora sufficient­i tracce della cremosa sontuosità che le era propria perché la sala da concerto possa esaltarla senza essere menomata dalle richieste inevitabil­mente più gravose del teatro. Peccato però che uno dei suoi maggiori handicap la dizione nebulosa - risulti enfatizzat­a da un manierismo lambiccato e alla lunga defatigant­e.

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