ROMA
BACH PASSIONE GIOVANNI SECONDO SOLISTI A. Staples, R. Williams, C. Gerhaher, A. Hallenberg
CORO E ORCHESTRA dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
PARCO della musica
★★★★
“È il tasto dell’intensità drammatica, del pathos proprio della pagina di Bach quello che Pappano illumina”
Per lui la strada maestra è anzitutto quella della verità drammatica, della narrazione avvincente, basata su una plastica resa interpretativa. E, su questo terreno, Antonio Pappano ha pochi eguali. Nella sua lettura, la Passione secondo Giovanni assume un rilievo di volta in volta incalzante, meditativo, eclatante, intimo, e approda alla sconfinata desolazione che poi, dall’ascesa al Calvario sino alla fine, pervade ovunque. Il tutto ben al di là di preoccupazioni filologiche, o, al contrario, di un compiacente monumentalismo; come si vede dall’organico orchestrale e corale, a metà strada quanto a dimensioni. È il tasto dell’intensità drammatica, del pathos proprio della pagina di Bach quello che Pappano illumina. Con esito magnifico, che coinvolge a fondo esecutori e pubblico, dalla prima parte, più teatrale e turbinosa, alla seconda, più assorta e dolente. E in quest’itinerario si fa valere la qualità del cast, omogeneo e pertinente in ogni piano interpretativo. Dall’Evangelista intenso, stentoreo, penetrante del tenore Andrew Staples, all’accento rassegnato e quasi trascendente del basso Roderick Williams, Gesù, ai tormenti umanissimi di Pilato, affidato al basso Christian Gerhaher, al temperamento accorato del contralto Ann Hallenberg specie nell’aria Es ist vollbracht, mentre non altrettanto incisiva è risultata l’Ancella del soprano Lucy Crowe. Pregnante, robusta (fin troppo nei corali della prima metà) la prova del coro, al solito preparato da Ciro Visco. Caldissima, suggestiva la voce dell’orchestra, nella qua-
le il quoziente filologico è stato ben assolto dagli interventi solistici del violino di Roberto Gonzáles-Monjas, delle viole d’amore di Raffaele Mallozzi e Valerio Losito, del gambista Christoph Urbanetz, del liutista Simone Vallerotonda, dei due organisti Andrea Coen e Daniele Rossi, quest’ultimo anche al cembalo.