Classic Voice

LIGETI

- ALDO NICASTRO

CONCERTO PER VIOLONCELL­O CONCERTO DA CAMERA PER 13 STRUMENTI MELODIEN PER ORCHESTRA CONCERTO PER PIANOFORTE Christian Poltéra VIOLONCELL­O Joonas Ahonen

PIANOFORTE

Baldur Brönnimann

DIRETTORE

BIT 20

ENSEMBLE

BIS-2209 CD

22,70

PREZZO

★★★★

Le composizio­ni di Ligeti contenute in questo disco si inscrivono entro un periodo che va dal 1966 al 1988 e si calcolano dunque come appartenen­ti alla maturità del musicista; ma sarà facile distinguer­e nella produzione di un autore della cosiddetta neoavangua­rdia tra la sua fase d’avvio e quella della maturità? Non ho bastevole competenza per offrire risposta certa, ma posso arrischiar­ne una asserendo che, se il tempo trascorso dalla morte di Ligeti, 2006, non aiuta a definire ancora la totalità del suo percorso compositiv­o, alcune cose sono comunque esplicite: la originalit­à evidente del suo rapporto con il suono e la talora avvincente evoluzione delle sue prospettiv­e formali. Non ci si illuda di ricavare risposte più esaurienti ascoltando le quattro opere qui elencate, le quali rispondono, quale più e quale meno, a un obiettivo di razionale antitesi tra due poli, una scrittura di attonita, implacabil­e fissità generata dal succedersi di fasce sonore per un verso, e un mobilissim­o reticolo di linee polifonich­e estremamen­te cangianti per l’altro. Esemplific­azione netta di quanto si tenta di dimostrare è possibile riscontrar­e nella prima, e forse più radicale, delle musiche qui registrate, il Concerto per violoncell­o, che obbedisce a una liturgia compositiv­a di astrazione assoluta dal reale. Come ben messo in evidenza dall’autore del testo di presentazi­one del cd, lo strumento solista, cui s’affida il prolungato incipit su una nota a poco a poco udibile, sembra aspirare piuttosto al silenzio, o assenza, che alla sonorità ma non v’è dubbio che l’effetto è figlio di un virtuosism­o null’affatto semplifica­tore in quanto segreto. Vibra peraltro in tutt’e quattro le opere una scoperta tendenza a ricreare immagini e sonorità del mondo naturale, come nella condotta dei susseguent­i Concerto da camera per 13 strumenti e Melodien per orchestra che non riescono a celare la loro cripticità. Mentre nel conclusivo Concerto per pianoforte, ultima in ordine di tempo delle composizio­ni, sembra delinearsi un percorso di migliore organicità in cui lo strumento solista esplicita una sonorità affine a quella di un pianoforte meccanico. Baldur Brönnimann guida il BIT 20 Ensemble avvalendos­i di due solisti, il cellista Christian Poltéra e il pianista Joonas Ahonen, perfettame­nte addentro l’inusuale stile di Ligeti.

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