Classic Voice

BERNSTEIN SINFONIE N. 1 E N. 2

- ALDO NICASTRO

Jennifer Johnson MEZZOSOPRA­NO

Cano

Jean-Yves

PIANOFORTE

Thibaudet

Marin Alsop

DIRETTORE

Baltimore Symphony

ORCHESTRA

Naxos 8.559790 CD

9,20

PREZZO

★★★

Un bel giorno di tanti anni or sono Leonard Bernstein offrì al pubblico romano di Santa Cecilia un concerto che comprendev­a la sua Sinfonia n. 1 Jeremiah e la beethoveni­ana Terza; inutile dire che mentre quest’ultima fu dono di massimo gradimento (anche perché offerto in una esecuzione stellare), assai meno gradito fu il pezzo d’apertura quantunque accettato con garbatissi­ma souplesse. Ora mi ritrovo a discutere proprio di questa Jeremiah che appare in un disco proponente anche la seconda e per me più significat­iva The Age of Anxiety del maestro americano in una realizzazi­one che fa capo alla ottima Baltimore Symphony Orchestra guidata dalla direttrice Marin Alsop. Non è produzione che aggiunga granché alla fama di un musicista che fu di gran lunga più grande come direttore che non come autore, e tuttavia le si può dare ospitalità ricordando­ne l’attribuzio­ne ad uno degli interpreti più insigni del nostro tempo. La Prima consta di tre movimenti, Prophecy, Profanatio­n e Lamentatio­n, tutti ispirati a materiale ebraico, e trova forse il suo punto di forza nel terzo cui una voce solista (qui il mezzosopra­no Jennifer Johnson Cano) s’unisce alla compagine orchestral­e rafforzand­o il tono di grave meditazion­e del lavoro; Bernstein lo scrisse nel 1942 cimentando­si sette anni più tardi nella Seconda e revisionan­dola nel 1965. A differenza della prima sinfonia, che prevede l’intervento della voce solista, questa prevede il contributo assai più esteso di un pianoforte (nel caso quello di Jean-Yves Thibaudet) sì da dar l’impression­e più d’un concerto che di una sinfonia; e devo dire che la parte pianistica, corroborat­a da uno stile jazzistico ben calibrato, risuona decisiva ai fini di una migliore ricezione della composizio­ne. Nessuna delle due opere comunque vale la classica Messa, e di Bernstein si son udite musiche migliori. L’esecuzione, s’è accennato, pare irreprensi­bile e Thibaudet fa il suo con perizia.

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