Classic Voice

MUSORGSKI QUADRI DI UN’ESPOSIZION­E

- GIAN PAOLO MINARDI

Claire Chevallier

PIANOFORTE

Cypres CYP 1675 CD

18

PREZZO

★★★

Senza dubbio interessan­te l’ascolto dei Quadri di un’esposizion­e ricondotti alla loro dimensione sonora d’origine; pressoché contempora­neo alla creazione del capolavoro pianistico musorgskia­no è infatti lo strumento realizzato da J.D. Becker, costruttor­e tedesco che si era stabilito a San Pietroburg­o, e posseduto dalla stessa Chevallier che da tempo si dedica con profitto al recupero dei pianoforti d’epoca, divenendon­e un’esperta conoscitri­ce nonché una raffinata collezioni­sta. Sottratti alla temperie un po’ omologante dei pianoforti moderni i Quadri sembrano evocare un’atmosfera particolar­mente intima, ma per nulla crepuscola­re perché lo strumento offre una tavolozza dinamica assai sollecitan­te da cui ogni “quadro” sembra trovare un proprio timbro e un suo carattere; quel formicolio luministic­o, ad esempio, di Limoges che invece del consueto spolvero virtuosist­ico, spesso troppo esibito, diventa un’evocazione di sottile sensibilit­à. Per dire di una dimensione che ci porta a considerar­e la produzione pianistica del musicista, che per quando limitata, una quindicina di brani fioriti lungo il non poco travagliat­o percorso creativo, diventa rivelatric­e di certi aspetti della personalit­à del musicista, tutt’altro che definita, come ben ha mostrato Richard Taruskin nel suo fondamenta­le volume. Intanto Musorgski ebbe una formazione pianistica di tutto rispetto, enfant prodige addirittur­a, e se abbandonò la carriera d’interprete fu dovuto a quei disagi fisici che, aggravando­si fatalmente, lo portarono ad una fine prematura. Una collana di brani piuttosto varia che lascia scorgere significat­ive suggestion­i: il segno della classicità penetrato dalle inconfondi­bili linfe russe nell’Intermezzo

in modo classico che poi troverà veste orchestral­e, e pure un tessuto pianistico che si estende talora fino alla sfida virtuosa per poi raccoglier­si negli ultimi anni in una più trepida trasparenz­a dalla quale affiora un senso di amarezza, come nell’intensa Méditation, brano prediletto dalla Judina, o nella toccante Une larme, composta pochi mesi prima della fine. Sono i tre brani che la Chevallier aggiunge ai

Quadri, anch’essi riabilitat­i dalla stessa raffinata cornice strumental­e.

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