BACH
IL CLAVICEMBALO BEN TEMPERATO, LIBRO II
Andras Schiff PIANOFORTE Naxos 2.110654 DVD ★★★★★
Schiff ha presentato a Londra l’intero Clavicembalo ben temperato in due serate dedicate ai due libri, trasmesse il 7 settembre 2017 e il 29 agosto 2018 sia in audio che in video. Il contenuto di questo dvd non è quindi nuovo ma riporta fedelmente la seconda serata in ottima qualità audio-video e ci rammenta l’eccezionalità dell’evento.
Suonare in pubblico a memoria l’intero capolavoro bachiano non è ancora oggi una impresa da poco anche se siamo stati abituati ad ascoltare le imprese dello stesso Schiff già da una trentina d’anni così come quelle di Pollini, limitatamente alla prima parte, mentre il più prudente Sokolov si era limitato - si fa per dire - a una scomposizione dei due volumi in tre parti ciascuno. Per non fare torto a nessuno devo anche ricordare le due serate milanesi proposte da Gerhard Oppitz nel 1985 a distanza di pochi giorni. Non ricordo però se in quel caso il pianista tedesco avesse suonato con o senza spartito. Occasioni come si può vedere non molto numerose, che meritano tutto il plauso possibile, se non altro per premiare uno sforzo di concentrazione di portata incredibile. Ricordo ancora l’abbraccio non formale tra Barenboim e Pollini al termine dell’ultima fatica del pianista milanese alla Scala nel 2009: un abbraccio che diceva molte cose, richiamando la stima reciproca dei due grandi pianisti ma anche una specie di manifestazione molto privata di complicità nei confronti di una impresa psicologicamente così impegnativa.
La qualità che più colpisce nel pianismo bachiano di Schiff, dando per scontata la precisione, la qualità del suono, la coerenza stilistica, direi la si possa trovare in un elemento che a prima vista sembra essere in contrasto con quanto i detrattori del pianista hanno sempre sottolineato. Schiff passava per interprete troppo compassato, rigido, con scarsa inventiva. Critiche che non hanno ragion d’essere, anzi, e che forse erano superficialmente riferite al “look” del pianista, alla sua condotta irreprensibile alla tastiera, al suo stesso aspetto che erroneamente poteva fare riferimento alla figura di un Kapellmeister nel senso peggiore del termine. In tal senso l’ascolto di Schiff senza ricorrere al video potrebbe essere molto salutare per questi osservatori molto superficiali e dalla memoria corta. Gli opposti si attraggono, e trovo oggi in questa performance aspetti non lontani dalla creatività anticonformista di un Gulda, il pianista per certi versi più distante da Schiff. È vero, certi aspetti sono sicuramente cambiati nel tempo, e lo Schiff attuale è piuttosto lontano da quello di venti o trent’anni fa. Oggi abbiamo di fronte infatti un artista più sciolto, ancora più confidente nelle sue capacità notevolissime e i presunti aspetti dottorali della sua figura, che forse si notano di più attraverso la visione delle sue numerose masterclass, scompaiono del tutto in occasioni come queste. Un Bach vivo ma non eccessivamente scanzonato, preciso ma certamente non noioso, con il giusto risalto del gioco delle voci, rigoroso ma non pedante. Insomma un insieme di qualità che non viene a mio parere soddisfatto da nessuno dei pianisti citati più sopra.