Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Lazzaro felice
Da Olmi ai Taviani, da Totò il Buono di zavattiniana memoria all’Ettore di Mamma Roma: per il suo Lazzaro, contadino dal cuore grande, Alice Rohrwacher prende un po’ di qua e un po’ di là ma ha un tocco speciale e tutto suo che le fa perdonare l’eccesso di svolazzo poetico. A Cannes l’hanno premiato per la sceneggiatura, ovvero per l’aspetto meno significativo di un film che gioca le sue carte migliori sul versante del meraviglioso.