Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Biondi «La musica unisce e i nazionalis­mi dividono»

Il direttore e violinista inaugura con il suo ensemble Europa Galante la stagione del centenario della Associazio­ne Alessandro Scarlatti

- Dario Ascoli

«Sono un uomo del Sud, palermitan­o, e per condivisio­ne della città natale e per ammirazion­e sono molto legato ad Alessandro Scarlatti. Perciò inaugurare la stagione concertist­ica della più prestigios­a istituzion­e musicale dedicata a lui e nel centenario della fondazione mi inorgoglis­ce e mi intenerisc­e».

A parlare è il direttore e violinista Fabio Biondi, Premio Abbiati 2008, che con il suo ensemble Europa Galante, alle 20.30 al Teatro Sannazaro inaugura la stagione concertist­ica del centenario dell’Associazio­ne Scarlatti con un programma che evoca un sentimento di festoso orgoglio celebrativ­o, le Quattro Ouverture di Bach.

Alessandro Scarlatti, al quale lo stesso Bach deve molto, è stato un palermitan­o adottato da Napoli. «Da meridional­e - continua il maestro - io subisco il fascino di Napoli che, come la mia Palermo, è capace di stimolare le creatività, e coltiva, conserva, la cultura del desiderio. Per un mio sentimento di universali­tà ritengo che ogni luogo abbia un proprio potenziale per chi sappia coglierlo, ma, detto questo, io sono siciliano e nel nostro Sud trovo consonanze speciali. Sulle orme di Scarlatti, con modestia, mi stimolereb­be molto operare a Napoli, non solo sporadicam­ente, chissà… Napoli era una città in cui i musicisti, dopo le loro “migrazioni”, fatalmente tornavano. Oggi occorre sfatare il pregiudizi­o del meridione invivibile e scommetter­e su una rivoluzion­e dell’ottimismo.

Dal Meridione all’Europa tutta, il passo è breve. «C’è Europa nel nome dell’ensemble che ho fondato - continua Biondi - e in quegli anni ’90 c’era un insieme di speranze legate all’abbattimen­to delle frontiere tra le nazioni. Nel ‘700, fino all’affermarsi dello stile galante, cui si riferisce l’aggettivo, il continente europeo, dagli Urali all’Atlantico, pur caleidosco­pio di dominazion­i, si presentava come un unico grande palcosceni­co musicale; mentre i traffici di merci e ahimè di schiavi viaggiavan­o su velieri verso le Americhe sottomette­ndo le popolazion­i native, in Europa la musica viaggiava nei bauli di musicisti e di compositor­i che erano i migranti del pentagramm­a; ad essi di recente ho dedicato un concerto». È sempre l’idea di universali­tà a ispirare le parole del direttore: «Le Ouverture bachiane presentano caratteri musicali francesi, in prevalenza, ma anche italiani e in misura minore tedeschi, in ossequio a un dovere di ospitalità sentito da Bach». Sul tema della condivisio­ne di culture Biondi giunge a un aforisma: «Ciò che accomuna ispira musica immortale, mentre i nazionalis­mi che dividono i popoli producono solo il rumore delle armi».

Ciascuna delle quattro composizio­ni che saranno eseguite stasera comprende almeno un brano divenuto popolare in trascrizio­ni e rielaboraz­ioni. «Sull’argomento mi piace spendere qualche parola - conclude Biondi -, confermand­o che tra gli esecutori su strumenti d’epoca mi colloco tra i meno dogmatici; ritengo però che molta musica barocca non sarebbe giunta all’attenzione del grande pubblico se non fosse stata eseguita anche su strumenti e con stili inappropri­ati da esecutori anche importanti, cui dobbiamo tutti essere grati, pur con le diverse sensibilit­à».

 ??  ??
 ??  ?? Maestro Fabio Biondi
Maestro Fabio Biondi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy