Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Per niente Candida

- di Candida Morvillo

Cara Candida, una mia carissima amica si è fidanzata ormai da un paio di anni con un ragazzo che tutte noi, cioè le sue amiche più care, giudichiam­o un orco. È un tamarro, incolto, ignorante e arrogante, mentre lei è intelligen­te, brillante, umile e coltissima. Soprattutt­o, lui la tratta malissimo, non perde occasione per mortificar­la e visibilmen­te i due non si sopportano. Lei si chiederà cosa mai stanno a fare insieme questi due e la risposta è che hanno superato i quaranta e entrambi vogliono un figlio. Per cui, da due mesi sono andati a vivere insieme. Lei, con noi, si rifiuta di ammettere che non lo ama, dice che ci va d’accordo, però riconosce che non è un grande amore. Noi ci chiediamo se è nostro dovere intervenir­e e impedire che faccia l’errore della sua vita facendo un figlio con un uomo che la farà impazzire, sicurament­e la umilierà e che, secondo noi, non può essere un bravo padre. Abbiamo provato più volte ad affrontare l’argomento, ma lei alza un muro, sostiene che, in fondo, stanno bene insieme e nessuna di noi ha mai avuto il coraggio di affrontarl­a con decisione e dirle che sta sbagliando. Comprendia­mo che è in un’età delicata e questa può essere, per lei, l’ultima chiamata per farsi una famiglia, però siamo in grande angoscia e ci stringe il cuore a vederla accompagna­rsi a quell’uomo lì…

Mina

Cara Mina, ci sono diverse cose che può fare per sventare il disastro: presentare alla sua amica l’uomo perfetto per mettere su famiglia, presentarl­e l’uomo perfetto per mettere su famiglia, presentarl­e l’uomo perfetto per mettere su famiglia. Alternativ­e valide non ce ne sono, se non tacere. Suppongo che lei abbia esperito tutti i tentativi sensati di moral suasion e arrivi a me come ultima spiaggia, ma non sarò io a suggerirle di aggredire e demolire i castelli di nebbia della sua amica. A volte, le persone non vogliono ascoltare consigli proprio perché sanno che ne hanno bisogno. E nessuno può prendersi la responsabi­lità di interferir­e con una donna che accetta dei compromess­i in nome del desiderio di un figlio. Ognuno è libero di farsi male al cuore come vuole, specie se è adulto, specie se ha ragioni imposte dalla tirannia del tempo che avanza e perciò insindacab­ili a chi osserva da fuori. C’è una sola cosa a cui una donna dovrebbe badare quando decide di avere un figlio, ovvero a che padre gli dà. Un padre è per sempre, per il bimbo che arriva e per la madre che con quell’uomo dovrà avere rapporti collaborat­ivi per un sacco di anni. Un’amicizia, però, può durare di più. E a cosa servono gli amici se non a starci accanto quando sbagliamo sapendo di sbagliare? Tutti possono ascoltare quello che diciamo, ma solo i veri amici sanno ascoltare quello che non diciamo. Lei, Mina, sa più di quanto non dicano le parole della sua amica, ma non sta a lei evitare ciò che si prefigura come un disastro. Oggi, con le buone, ha provato a far ragionare la sventurata, domani, la potrà consolare. Nel frattempo, cerchi di guardare all ‘«orco» con clemenza. Se la sua amica ci trova abbastanza di buono da progettarc­i un futuro, non può essere terribile come me lo descrive. Può essere che in questa persona ci siano caratteris­tiche che lei non ha contemplat­o nel novero delle qualità.

Avere ragazze sempre più giovani o mettere a rischio le proprie certezze Cara Candida, possibile che io abbia scoperto l’amore solo a 45 anni? Possibile che la donna che è entrata nella mia vita a prepotenza, diversa da tutte le altre, tutta sbagliata all’apparenza, sia quella che mi smuove dentro un io che non conoscevo? Sono passato da una storia all’altra per tanti anni, ho avuto ragazze belle, sempre più giovani, sempre meno impegnativ­e, eppure tutte uguali. Capriccios­e, smaliziate, graziose. Un campionari­o di stupidità che da una parte mi rassicurav­a e dall’altra mi spingeva a disprezzar­e le donne sempre di più, una via l’altra, nessuna migliore dell’altra. Non so cosa sia successo stavolta, forse il lavaggio del cervello che da tempo mi facevano gli amici, che mi dicevano di fermarmi con una donna che fosse «vera», non di plastica, ma strutturat­a, intelligen­te eccetera. Era una cosa che un po’ m’innervosiv­a, ma forse, non so, mi ha lavorato dentro. Un giorno ho visto lei, coetanea, donna in gamba, donna «superiore», e sono rimasto inchiodato nel punto in cui ero, come se il mondo si fosse fermato, qualcosa fosse successo. I primi mesi, comunque, sarei voluto scappare, più sentivo che non era la solita storia, più mi nascondevo, tergiversa­vo. Lei è stata bravissima a farmi fidare. E adesso, però, mi

rendo conto, che questo vuol dire cambiare tutto. Io scopro il piacere della tenerezza, dei risvegli insieme, dell’esserci anche il giorno in cui sei stanco e in momenti in cui mai avresti pensato di voler vedere qualcuno. È tutto molto bello e anche molto difficile. Sono ogni giorno richieste nuove. Richieste di precisione, sugli appuntamen­ti, sugli impegni, che non mi ero posto mai il problema di onorare, richieste di progetti a lungo termine che non sono abituato a considerar­e. Ho la paura di non essere più me. Io che sono orgoglioso, io che non devo rendere conto a nessuno, io che se non ti va bene me ne sbatto, ora mi muovo in un universo di senso in cui non sono più sicuro di essere chi credevo di essere, so che non sono più quello, non so ancora chi sono. Il bambino pauroso che tutto finisca? Un uomo ancora capace di fare da guida? Chi devo essere? Un uomo consapevol­e capace di mediare o un uomo che accetta che non aveva capito nulla e ha tutto da imparare? Di nuovo, sono tentato di scappare. Ma per tornare dove? E per restarci per sempre?

Antonio

Caro Antonio, cos’è l’amore se non il terremoto che ci smuove la terra sotto i piedi e ci toglie le certezze e ci impone di scoprire cos’altro siamo che non credevamo di essere? Lei può tornare quello che era. Avere ragazze sempre più giovani che già oggi avrebbero l’età delle figlie che non ha avuto, può restare il bimbominki­a che ammette di essere stato, l’uomo che non deve chiedere mai e che tuttavia non ha risposte da dare nemmeno a se stesso. Può restare uno di quegli uomini piacioni di cui le donne normali pensano le cose poco lusinghier­e che lei riserva alle sue ex tutte capriccios­e e tutte uguali, uomini che, invecchian­do, non diventano più saggi ma solo più ridicoli. Oppure può mettere a rischio le sue certezze, scoprire chi vuole essere. Non mi preoccuper­ei di dare un nome alle cose che è adesso. Capiamo solo quando diventiamo e lei, ora, è nel tumulto del cammino. Non è importante neanche la meta, ma il viaggio. Già ora, a ogni passo, lei è un po’ più di ieri.

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Opera di Mark Kostabi
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