Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Villa di Pollione, nuove scoperte con sorpresa-rifiuti
GLI SCAVI PARCO PAUSILYPON I laserscanner hanno portato alla luce pareti colorate e condotte. Ma gli incivili hanno fatto prima
Gli scavi hanno portato alla luce nove stanze (finora mai viste) della villa di Pollione. Ma gli archeologi hanno trovato una sorpresa: alcune erano ingombre di rifiuti.
Sono silenziosi e oscuri,
NAPOLI quasi spettrali ma pregni di memoria viva, i lunghi corridoi e gli ambienti sotterranei scoperti nel corso dei rilievi con laserscanner effettuati nel Parco archeologico di Pausilypon. Dalle viscere del promontorio della Gaiola stanno riemergendo strutture che completano il quadro architettonico dell’imponente villa realizzata nel primo secolo avanti Cristo dal nobile romano Vedio Pollione. Gallerie, scale, scuderie, eleganti sale decorate: oltre a restituirci l’originaria omogeneità del sito, il lavoro di ricostruzione in 3D della dimora estesa per oltre 40 mila metri quadri evidenzia anche le trasformazioni avvenute nel corso dei secoli, fino ai rifugi della Seconda guerra mondiale ed alle incursioni abusive dei giorni nostri.
La Soprintendenza ai Beni archeologici, guidata da Luigi La Rocca, ha commissionato questo primo rilievo particolareggiato di ogni angolo dell’antica residenza, a cominciare dal grande teatro, dall’odeion e dai saloni di rappresentanza ancora dipinti di ocra rossa. «Nell’area stiamo usando un laserscanner tecnologicamente avanzato che lavora su base topografica», spiega Gianni Autiero dello studio Warehouse Project. «Oltre alle già note strutture in opus reticolatum, abbiamo scoperto camminamenti sotterranei e porzioni di acquedotto che erano completamente occultati da cumuli di terra e fitta vegetazione».
Numerosi anche gli ambienti liberati dai rovi, ma non purtroppo dal materiale di risulta che alcuni residenti delle aree limitrofe hanno abusivamente scaricato in anni recenti. Montagne di travi, infissi, elettrodomestici, lamiere di Eternit e sanitari sono accatastati proprio sotto il ninfeo. Qui il lavoro di scavo dovranno proseguirlo gli operatori ecologici. La raffinata “sala rossa”, conosciuta dagli archeologi ma mai aperta ai visitatori per rischi di staticità, è stata invece completamente ripulita per condurre un’approfondita indagine georadar e individuare, con la supervisione di Giovanna Krauss, presenze architettoniche nel sottosuolo senza scavare.
«Abbiamo rilevato — aggiunge Autiero — anche diversi ambienti utilizzati all’epoca come ricoveri di carri e cavalli. Più avanti, spingendosi nell’intricata boscaglia in parte rimossa con diserbanti, sono spuntate piccole gallerie e stanze che, partendo da preesistenti strutture, erano state ampliate e utilizzate forse come rifugi durante i bombardamenti del secondo conflitto mondiale». La villa del Pausilypon è un labirinto ancora in gran parte da scoprire. Tra i cespugli si inciampa su cassette di plastica piene di reperti, abbandonate da almeno vent’anni. Varie campagne di scavo si sono infatti sempre fermate per mancanza di fondi. L’archeologo ed esperto di ville marittime Michele Stefanile, ricorda che questo è comunque un monumentale complesso archeologico su terrazze disteso dai pendii di Posillipo fino al livello de mare e dimostra la capacità dei Romani di modificare profondamente il paesaggio costiero, ad uso di ricchi e potenti proprietari.
«Sappiamo dalle fonti — racconta Stefanile — che la villa appartenne a Publio Vedio Pollione, ricchissimo e feroce cavaliere di origine beneventana. Proprio nelle peschiere della villa sarebbe avvenuto il famoso episodio di uno schiavo gettato per punizione in pasto alle murene, di fronte agli occhi allibiti del princeps Augusto che peraltro, alla morte di Pollione, avvenuta nel 15 avanti Cristo, ereditò l’intero complesso».
Dopo i rilievi laser, la Soprintendenza ha in programma la riqualificazione e un’adeguata promozione turistico-culturale dell’intero sito, attualmente visitabile solo nei weekend con le guide del Centro studi Gaiola. E grazie alla creazione di un percorso virtuale, potremo magari rivivere sullo schermo gli antichi splendori e l’otium del Pausilypon.
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Autiero, ingegnere Abbiamo rilevato anche diversi ambienti utilizzati all’epoca come ricoveri di carri e cavalli