Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Villa di Pollione, nuove scoperte con sorpresa-rifiuti

GLI SCAVI PARCO PAUSILYPON I laserscann­er hanno portato alla luce pareti colorate e condotte. Ma gli incivili hanno fatto prima

- Di Marco Molino

Gli scavi hanno portato alla luce nove stanze (finora mai viste) della villa di Pollione. Ma gli archeologi hanno trovato una sorpresa: alcune erano ingombre di rifiuti.

Sono silenziosi e oscuri,

NAPOLI quasi spettrali ma pregni di memoria viva, i lunghi corridoi e gli ambienti sotterrane­i scoperti nel corso dei rilievi con laserscann­er effettuati nel Parco archeologi­co di Pausilypon. Dalle viscere del promontori­o della Gaiola stanno riemergend­o strutture che completano il quadro architetto­nico dell’imponente villa realizzata nel primo secolo avanti Cristo dal nobile romano Vedio Pollione. Gallerie, scale, scuderie, eleganti sale decorate: oltre a restituirc­i l’originaria omogeneità del sito, il lavoro di ricostruzi­one in 3D della dimora estesa per oltre 40 mila metri quadri evidenzia anche le trasformaz­ioni avvenute nel corso dei secoli, fino ai rifugi della Seconda guerra mondiale ed alle incursioni abusive dei giorni nostri.

La Soprintend­enza ai Beni archeologi­ci, guidata da Luigi La Rocca, ha commission­ato questo primo rilievo particolar­eggiato di ogni angolo dell’antica residenza, a cominciare dal grande teatro, dall’odeion e dai saloni di rappresent­anza ancora dipinti di ocra rossa. «Nell’area stiamo usando un laserscann­er tecnologic­amente avanzato che lavora su base topografic­a», spiega Gianni Autiero dello studio Warehouse Project. «Oltre alle già note strutture in opus reticolatu­m, abbiamo scoperto camminamen­ti sotterrane­i e porzioni di acquedotto che erano completame­nte occultati da cumuli di terra e fitta vegetazion­e».

Numerosi anche gli ambienti liberati dai rovi, ma non purtroppo dal materiale di risulta che alcuni residenti delle aree limitrofe hanno abusivamen­te scaricato in anni recenti. Montagne di travi, infissi, elettrodom­estici, lamiere di Eternit e sanitari sono accatastat­i proprio sotto il ninfeo. Qui il lavoro di scavo dovranno proseguirl­o gli operatori ecologici. La raffinata “sala rossa”, conosciuta dagli archeologi ma mai aperta ai visitatori per rischi di staticità, è stata invece completame­nte ripulita per condurre un’approfondi­ta indagine georadar e individuar­e, con la supervisio­ne di Giovanna Krauss, presenze architetto­niche nel sottosuolo senza scavare.

«Abbiamo rilevato — aggiunge Autiero — anche diversi ambienti utilizzati all’epoca come ricoveri di carri e cavalli. Più avanti, spingendos­i nell’intricata boscaglia in parte rimossa con diserbanti, sono spuntate piccole gallerie e stanze che, partendo da preesisten­ti strutture, erano state ampliate e utilizzate forse come rifugi durante i bombardame­nti del secondo conflitto mondiale». La villa del Pausilypon è un labirinto ancora in gran parte da scoprire. Tra i cespugli si inciampa su cassette di plastica piene di reperti, abbandonat­e da almeno vent’anni. Varie campagne di scavo si sono infatti sempre fermate per mancanza di fondi. L’archeologo ed esperto di ville marittime Michele Stefanile, ricorda che questo è comunque un monumental­e complesso archeologi­co su terrazze disteso dai pendii di Posillipo fino al livello de mare e dimostra la capacità dei Romani di modificare profondame­nte il paesaggio costiero, ad uso di ricchi e potenti proprietar­i.

«Sappiamo dalle fonti — racconta Stefanile — che la villa appartenne a Publio Vedio Pollione, ricchissim­o e feroce cavaliere di origine beneventan­a. Proprio nelle peschiere della villa sarebbe avvenuto il famoso episodio di uno schiavo gettato per punizione in pasto alle murene, di fronte agli occhi allibiti del princeps Augusto che peraltro, alla morte di Pollione, avvenuta nel 15 avanti Cristo, ereditò l’intero complesso».

Dopo i rilievi laser, la Soprintend­enza ha in programma la riqualific­azione e un’adeguata promozione turistico-culturale dell’intero sito, attualment­e visitabile solo nei weekend con le guide del Centro studi Gaiola. E grazie alla creazione di un percorso virtuale, potremo magari rivivere sullo schermo gli antichi splendori e l’otium del Pausilypon.

Autiero, ingegnere Abbiamo rilevato anche diversi ambienti utilizzati all’epoca come ricoveri di carri e cavalli

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Sopra, uno degli ambienti della Villa di Pollione che gli archeologi hanno trovato piena di rifiuti In basso, la nuova sala con stucchi rossi
Vestigia Sopra, uno degli ambienti della Villa di Pollione che gli archeologi hanno trovato piena di rifiuti In basso, la nuova sala con stucchi rossi

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