Corriere del Mezzogiorno (Campania)
De Luca: «Macché zona rossa, qui è rosé» Si va verso il rinvio delle lezioni a scuola
Il presidente della giunta contro Di Maio, Bonafede, Zaia e de Magistris «I 5 Stelle volevano un commissario per la sanità come in Calabria»
NAPOLI «Macché zona rossa. Questa è una zona rosé. Non c’è nessuno a controllare. A parte qualche chiusura di negozi. Fiorin fiorello, l’amore è bello, vicino a te». Lo «sceriffo» Vincenzo De Luca prende fiato e spara. In verità, per ora si limita più a sperare che a sparare. Soprattutto auspica che con il dato in calo del rapporto tra tamponi eseguiti e positivi riscontrati al 15,28 per cento, e l’indice di contagiosità Rt a 1,1, si possa intravedere la discesa della curva epidemica. Perciò rialza la testa: dà dell’imbecille al sindaco di Napoli per spiegare che lui non litiga con nessuno (e de Magistris reagisce: «Abbiamo superato ogni limite — sbotta — di fronte all’insulto o c’è il silenzio o l’azione giudiziaria. Non scendo al suo livello»); bolla come «una cialtronata» l’invio degli ispettori ministeriali, di cui — sottolinea — non si sa ancora cosa abbiano relazionato; sfotte il governatore veneto Zaia per i tamponi rapidi fai da te e prende di mira, ancora una volta, i ministri Di Maio, Bonafede e Spadafora — quelli definiti «sciacalli», perché «un anno fa Di Maio avrebbe voluto un nuovo commissario per la Campania. Ed oggi saremmo finiti come la Calabria». Senza risparmiare il suo conterraneo e responsabile della Salute, Speranza, anche lui nel mirino: «Lui e il suo consulente (Ricciardi,ndr) dicono cose contrastanti, decidano chi debba andare via, il ministro o il suo consulente. La curva discende, ma ovviamente il Governo non c’entra niente, c’entrano le misure che abbiamo preso noi». Anzi. «Avevamo carenze di personale — continua — e abbiamo chiesto alla Protezione civile di fare un bando dedicato alla Campania. Ma lo spot, sgradevole, sembrava quello di Emergency, ha finito per drammatizzare una situazione nota da mesi». Tuttavia, non è il momento di mollare la presa. Oggi l’Unità di crisi valuterà i dati aggiornati, ma la pressione è forte perché la riapertura delle scuole in presenza sia ancora una volta rinviata. L’ipotesi di attivare asili e prime classi delle primarie il 24 novembre si allontana, dopo l’appello di Anci Campania e dei pediatri affinché si completi prima lo screening in corso. «In questo momento — racconta De Luca — abbiamo una ondata di richieste per non aprire, con i genitori sinceramente preoccupati. La riapertura per il 24 era una previsione, ma noi non apriremo nulla se non ci sarà sicurezza».
Il bollettino giornaliero segnala ancora un numero allarmante di morti: 25 vittime che portano il totale dei deceduti a 1217. Sono 4.226 i nuovi contagi rilevati(di cui 593 sintomatici) su 27 mila 649 tamponi. I nuovi guariti sono 1395. Quanto ai posti letto, aumentano i ricoveri in terapia intensiva (201: sette più di ieri, su 656 disponibili), ma diminuiscono quelli in degenza. Il tasso di saturazione è del 30,6%. «Ci aspettiamo qualche miglioramento nella prossima settimana sulla curva dei contagi — afferma fiducioso Antonio Postiglione, direttore generale della Tutela della salute — ricordandoci che al momento la zona rossa è prevista almeno fino al 30 novembre».
De Luca torna a lucidare la sua stella, dopo averla smarrita per qualche settimana, e nel suo angelus social settimanale gonfia il petto: «Usciremo dalla pandemia prima e meglio degli altri — sfida, facendo roteare la sua colt —. La Campania è stata, è e rimarrà su una linea di assoluta trasparenza per quanto riguarda i dati. Abbiamo 194 ricoveri in terapia intensiva, in Lombardia 915, in Piemonte 390, in Veneto 279, in Emilia Romagna 244, in Lazio 329, in Toscana 287, in Sicilia 240, in Puglia 200. Questo dato è significativo per chiarire il miracolo fatto per i 656 posti realizzati in tre mesi lavorando d’estate. Ma se ci rilassiamo per Natale, a gennaio avremo una ondata nuova di contagio, con una fiammata di decessi per Covid. Ognuno si faccia un esame di coscienza e decida quale comportamento è da tenere». Intanto la Regione si prepara ad un’altra sfida, quella dei vaccini anti Covid. Tra un mese e mezzo si spera di poter avviare l’operazione per immunizzare 170 mila persone, cominciando da operatori sanitari e ospiti delle Rsa: il piano della Campania prevede la creazione di hub vaccinali, dove recarsi, e di unità mobili che raggiungano a domicilio le fasce più deboli.