Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Domani si può andare a scuola
Via libera dell’Unità di crisi per asili e prima elementare. Molti sindaci: non riapriamo
Confermata la decisione del ritorno a scuola con la didattica in presenza, a partire da domani, per gli asili e le prime elementari. La decisione di molti sindaci: non riapriamo.
Confermata la decisione del ritorno a scuola con la didattica in presenza, a partire da domani, per gli asili e le prime elementari. «Sulla base della percentuale dei positivi riscontrati e della curva dei contagi rilevata nella scorsa settimana a livello regionale — è stato sottolineato dall’Unità di crisi — con riferimento alle fasce d’età interessate (0-6 anni), è stato deciso che a partire da mercoledì 25 novembre 2020 è consentito il ritorno a scuola in presenza per i servizi educativi e la scuola dell’infanzia, nonché per la prima classe della scuola primaria, fatta salva l’adozione di misure restrittive da parte dei Comuni in relazione all’andamento epidemiologico nel singolo contesto territoriale». Alle ore 16 di ieri erano stati effettuati 10 mila 590 test antigenici nell’ambito dello screening volontario. «I test risultati positivi e per i quali viene effettuato l’esame del tampone molecolare — hanno,infine, comunicato — sono 35 (per una percentuale dello 0,33%)». Ma ci sono Comuni in cui i sindaci hanno deciso di prorogare la didattica a distanza: a Napoli si attendono i dati dello screening; a Pozzuoli è stata prolungata fino al 29 novembre; a Torre Annunziata il divieto durerà fino al 30; a Caserta dad fino al 6 dicembre; a Bacoli e nell’agro Aversano fino al 3; a Quarto scuole chiuse fino al 4 ed a Procida fino al 3 dicembre.
Il bollettino
Intanto, si conferma in calo la percentuale dei positivi sui tamponi processati, attestandosi al 13,71%. I nuovi contagiati sono 2158, di cui 227 sintomatici, su 15 mila 739 tamponi. Ma sono i guariti a rappresentare il segnale più incoraggiante, arrivando a ben 2091. Stabile il numero dei ricoveri in terapia intensiva, 201 su 656 posti disponibili. Le degenze ordinarie Covid invece aumentano di oltre un centinaio rispetto a ieri, e risultano 2331 su 3160 posti disponibili tra sanità pubblica e privata. Si registrano, soprattutto, 39 decessi (avvenuti tra il 14 e il 22 novembre) che portano il totale delle vittime in Campania a 1309.
I dati e i ricoveri
Resta l’attenzione e la polemica sui dati, trasferiti dalle Regioni, sui posti letto attivati. Dalla tabella a lato, fonte del ministero della Salute, si evince in particolare come la Campania dichiari, al 17 novembre, 201 ricoverati in terapia intensiva (34%); con la Lombardia che invece presenta 894 ricoverati (64% di posti occupati); il Veneto con 266 ricoverati (27%) e il Lazio con 308 (32%). Ma sono le voci relative al numero dei posti letto che le Regioni avrebbero dichiarato come attivi e quelle del massimo di numero di posti letto previsti dal piano di potenziamento del decreto legge 34 a sortire qualche perplessità. Poiché la Campania dichiara di avere attivi 590 posti letto; il Veneto 985 e il Lazio 963. Ma mentre la Campania ha previsto 834 posti letto come massimo numero raggiungibile, Veneto e Lazio presentano, in proiezione futura, un numero inferiore a quelli già attivi, con 705 il Veneto e 845 il Lazio. Una difformità che ora è al vaglio dei tecnici della Cabina di regia. Ma le polemiche sollevate nel corso della trasmissione Non è l’arena su La7 hanno spinto il capogruppo regionale Gianpiero Zinzi della Lega a rinnovare la richiesta di un commissariamento in Campania, mentre il deputato M5s Luigi Iovino chiede a De Luca di «fare chiarezza su numeri di posti letto che continuano a moltiplicarsi senza una logica, mentre centinaia di cittadini ogni giorno fanno file fino a 48 ore nelle ambulanze o nelle auto private, prima di essere assistiti».
Ambulanze a 500 euro
Il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli a denunciare che vengono «chiesti 500 euro per il trasporto in ospedale, più 100 euro per ogni ora d’attesa all’esterno del pronto soccorso» chiedendo «alla Guardia di Finanza di indagare sugli arric
I sindaci
Da Caserta ad Aversa fino a molti centri del Napoletano i primi cittadini prolungano la chiusura malgrado il via libera regionale
chimenti di quelle che dovrebbero essere associazioni e non vere e proprie società per affari in mani discutibili».
L’Anaao protesta
«Dal 16 ottobre — afferma Piero Di Silverio, rappresentante del sindacato dei medici ospedalieri Anaao — negli ospedali campani è in atto una riconversione selvaggia, penso a oculisti che seguono i pazienti in terapia sub intensiva, neurologi o ortopedici che curano chi è affetto da polmonite bilaterale». L’Anaao ha preparato una diffida perché ciascun medico possa chiedere «di essere impiegato esclusivamente in servizi disciplinarmente equipollenti od omogenei rispetto al profilo di appartenenza, con avviso che in difetto, sarà costretto ad intraprendere le opportune iniziative legali a tutela dei suoi diritti» e aggiungendo di «declinare sin da ora qualsiasi responsabilità che dovesse derivare dall’esecuzione delle suddette prestazioni richiestemi in violazione di norme di legge e di contratto, con espressa richiesta di essere manlevato da qualsiasi conseguenza risarcitoria».