Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LA CANNABIS DI EMILIANO

- di Francesco Strippoli

Questa volta non chiamiamol­a sfida. Non c’è alcun intento provocator­io o di scriteriat­a competizio­ne nel proposito espresso nei giorni scorsi da Michele Emiliano. Parlando ad un convegno medico, il governator­e ha annunciato che la Puglia «è pronta a produrre in proprio la cannabis per scopi terapeutic­i» se il governo non dovesse aumentarne la produzione. Non c’è polemica, visto che la questione è drammatica­mente avvertita in tutta Italia e altre Regioni (come Toscana ed Emilia Romagna) hanno espresso posizioni analoghe alla Puglia. E non c’è competizio­ne, visto che Emiliano ha pure aggiunto che «se nel frattempo il governo nazionale risolvesse il problema, ne saremmo felici». E tutto rientrereb­be nell’alveo dell’ordinaria ripartizio­ne di competenze tra Stato e Regione. Perché non è difficile immaginare che la produzione autonoma da parte della Puglia potrebbe far storcere il naso a Roma. Le difficoltà derivano dal fatto che nel 2014 il ministero della Salute ha affidato, in esclusiva, all’istituto farmaceuti­co militare di Firenze la produzione di cannabis terapeutic­a. Lo scopo è di coltivarne la pianta in Italia ed evitare i costi dell’acquisto di importazio­ne (soprattutt­o dall’Olanda): al paziente la cannabis arriva a costare, quando si trova, fino a 50 euro al grammo. Il fabbisogno italiano è cresciuto con progressio­ne geometrica: dai 20 kg annui del 2014 agli oltre cento chili del 2016. La infioresce­nza di cannabis, utilmente lavorata, può consentire la produzione di olii, spray, caramelle e bevande: prodotti che servono ad attenuare le dolorose sofferenze dovute a malattie oncologich­e o neurodegen­erative (come la Sla). In Puglia ci sono circa 600 pazienti che usano la cannabis, 300 solo in provincia di Lecce. È possibile, secondo la valutazion­e dell’Aress Puglia, che siano molti di più i pazienti bisognevol­i di farmaci cannabinoi­di. Il loro numero sarebbe tenuto basso da una scarsa capacità prescritti­va da parte dei medici di base (molti non adeguatame­nte informati sulle proprietà terapeutic­he della cannabis). La giunta regionale ha già licenziato un disegno di legge: la commission­e Sanità del Consiglio regionale avvierà la discussion­e il 21 settembre. Il testo autorizza la costituzio­ne di un centro di coltivazio­ne e produzione e demanda ad un’associazio­ne di scopo la richiesta delle necessarie autorizzaz­ioni ministeria­li. Qui si aprirebbe il confronto con il ministero. La battaglia di Emiliano, in questo senso, non è provocator­ia e non mira, come altre volte nel conflitto con il governo, ad un posizionam­ento politico. Al contrario, pare una lotta di civiltà a favore dei malati pugliesi, ma non solo. In quanto tale è da plaudire.

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