Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Posti letto a Taranto, le cliniche private finiscono sotto accusa
dello stato di crisi e provvedimenti urgenti. È quanto chiede il parlamentare tarantino Ludovico Vico per reperire posti letto nelle cliniche private del capoluogo jonico. Vico ha chiesto l’intervento del prefetto per riservare il 30 % dei posti letto delle cliniche private alle emergenze.
«Le cliniche private accreditate, pagate con i soldi della sanità pubblica — spiega Vico —, a Taranto hanno 600 posti letto e non sono disponibili per le emergenze sanitarie. Esse ricoverano esclusivamente “per elezione” (cioè per interventi programmati) e vengono pagate totalmente dalle finanze sanitarie pubbliche regionali. I posti letto al SS Annunziata sono circa 300, cioè la metà di quelli che la Regione garantisce alle cliniche private, nonostante la struttura ospedaliera centrale debba gestire su emergenze e urgenze un bacino di utenza di circa 300 mila per- sone. Ecco, questo è il nodo di sempre. I privati della sanità accreditati vivono della spesa pubblica e sono esentati dalle emergenze. Per questo, ritengo necessario che almeno il 30% dei posti letto delle cliniche private venga riservato ai ricoveri delle emergenze, come quella in corso (causata dal picco dell’influenza, ndr) e quella estiva».
Vico ricorda poi l’emergenza denunciata solo pochi giorni fa. «All’emergenza del Pronto soccorso — dice —, si è affiancata quella della carenza dei posti letto in tutti i reparti. Basti pensare che ancora oggi, solo in Medicina, sono 86 i ricoverati. In quel reparto i posti letto disponibili sono 48, che con i cosiddetti letti bis (ovvero aggiungendo letti nelle stanze) arrivano a 70. Oggi, però, i ricoveri sono 86, cosicché i posti letto hanno sforato di 34 unità i posti standard e di 16 unità quelli bis». Da qui la richiesta di un provvedimento urgente da parte della Regione Puglia e la richiesta di intervento del prefetto. «Chiedo, inoltre — conclude Vico —, ai sindaci, alle associazioni, ai sindacati, a tutte le onlus e alle associazioni di volontariato di far sentire la propria voce». F. M.