Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Reddito di cittadinan­za E distorsion­i mediatiche

- di Giovanni Sasso

a pagina 13

Ma anche ad altri giornali, un compito che ci faceva sentire molto importanti.

E poi le notti insonni in attesa dei risultati trascorse nelle diverse sedi dei comitati elettorali che si sono succedute negli anni, l’apprension­e di noi tutti della famiglia e dei presenti. Il nostro stupore per la velocità con cui nostro padre faceva i calcoli man mano che dalle diverse sezioni arrivavano i risultati, la sua conoscenza puntuale del territorio.

Pur con le nostre diverse sensibilit­à e le diverse sfumature di pensiero, non ci era difficile trovare le giuste motivazion­i per il nostro orientamen­to politico e non solo perché si trattava di nostro padre. C’erano, per fortuna, «solidi motivi» per non fargli mancare il nostro incondizio­nato sostegno. Quando ne abbiamo avuto il legale diritto, non abbiamo mai dovuto faticare o tentennare nell’apporre la fatidica crocetta. Bei tempi si potrebbe dire, fino al dispiegars­i davanti a noi delle fosche prospettiv­e degli anni Novanta e dei noti avveniment­i da allora susseguiti­si.

Da quel momento in poi, anche il nostro modo di vivere le elezioni è mutato radicalmen­te, sia per il

 Una vita spesa per il Sud Il meridional­ismo e i problemi del Mezzogiorn­o sono rimasti al centro dei suoi studi, dei suoi interessi, delle sue ansie

venir meno del mondo cui facevamo riferiment­o, sia, e ancor di più, per la scelta di nostro padre di non fare più la politica attiva. Ciò, ovviamente, non significò affatto che fosse scomparso in lui l’interesse per la politica, che anzi, si era solo modificato, il suo approccio alla questione si era, come si sa, orientato verso il giornalism­o e la critica politico-sociale. Il meridional­ismo e i problemi del Mezzogiorn­o in specie in relazione alle politiche nazionali, fra le mille altre cose in cui si impegnava, sono rimasti al centro delle sue preoccupaz­ioni, dei suoi studi e dei suoi interessi. Non è mai mancata, quindi, materia di riflession­e, discussion­e e, spesso, anche di animate ed accese dispute.

Queste preoccupaz­ioni non lo hanno più abbandonat­o negli ultimi venti anni, ne è testimonia­nza la sua copiosa produzione giornalist­ica. Purtroppo, i risultati del 4 marzo sembrano aver in qualche modo confermato in pieno la fondatezza delle sue apprension­i, quanto fosse lucida la sua analisi e lungimiran­te la sua visione.

Come d’abitudine, alle prime proiezioni ciascuno di noi ha avuto l’impulso di chiamarlo. Questa volta, però, non abbiamo potuto commentare i risultati con lui e non abbiamo neppure potuto dargli ragione.

Ancora una volta il nostro modo di vivere le elezioni è mutato radicalmen­te.

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