Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Per niente
Gentile Candida, la mia lei è il sole che sorge, l’aria che respiro, il fiato che mi si rompe in gola quando la guardo senza poter dire che è mia. Chiamiamola Marica, non posso dire il vero nome perché mai vorrebbe ritrovarsi su un giornale. Non è una creatura di questo mondo, ma delle stelle. Fa la cubista, balla come una dea, è un uccello del paradiso che entra nel mio salotto e sbatte le ali e io posso solo guardarlo incantato. È selvatica, non mi ha mai dato un bacio sua sponte, si scosta se l’abbraccio o la accarezzo, sempre in pubblico, il più delle volte anche nell’intimità. Il sesso è paradisiaco quando c’è, ma l’affetto, il contatto tattile, al di là di quei momenti sublimi, non è ammesso. Io so che mi ama, ma so che di più non posso avere. Eppure desidero che allunghi una mano ad accarezzarmi quando siamo al bar, che mi chieda un bacio quando ci fermiamo a guardare il mare. Mi avvicino a lei, ogni volta, come al cristallo, con la paura di romperla e perderla per sempre. Penso sempre che sono io a sbagliare qualcosa, misuro i gesti al millimetro, faccio attenzione anche a scostare una ciocca di capelli dal suo viso, ma è un angelo che non voglio perdere.