Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Volano le civiche, crollano i partiti

Voto in 45 Comuni, un solo sindaco per il M5S. Il centrodest­ra regge, Pd allo sbando Barletta, trionfa coalizione multicolor­e. A Brindisi è ballottagg­io tra Cavalera e Rossi

- di Francesco Strippoli

Proliferan­o le liste civiche a danno dei partiti tradiziona­li. Sicché il principale effetto, dopo il voto del 10 giugno, è che i 5 Stelle sono la prima forza politica: doppiano e triplicano i voti dei partiti, ma senza risultati di rilievo. Conquistan­o solo un sindaco (a Crispiano) perché indisponib­ili a fare alleanze, mentre la legge elettorale favorisce le coalizioni. Sono 45 i Comuni al voto, 14 superiori ai 15 mila abitanti. Sindaco eletto a Barletta (Mino Cannito, sostenuto da una coalizione spuria con centrodest­ra e anche segmenti del Pd) e Monopoli (Angelo Annese, vince il centrodest­ra). Brindisi al ballottagg­io. La Lega tiene ma non sfonda. Pd a livello comatoso.

Ci vuole una faccia, una storia e una coalizione. Ossia candidati credibili, un passato amministra­tivo che funga da garanzia e un’alleanza che ti sostenga. Solo se i tre elementi convivono, il successo è assicurato. È la lezione che si può trarre da questa parziale tornata elettorale: in Puglia sono andati al voto 45 Comuni, di cui appena 14 superiori ai 15 mila abitanti, tra questi ultimi i due capoluoghi Barletta e Brindisi.

La Puglia – vista da questo limitato punto di osservazio­ne – restituisc­e un quadro che è riassumibi­le in questo modo: i 5 Stelle sono il primo partito, a causa della disgregazi­one delle altre liste e la proliferaz­ione delle civiche. E tuttavia non prevalgono mai (se non nella piccola Crispiano) per via dell’indisponib­ilità grillina a stringere accordi. E siccome la legge per l’elezione dei sindaci premia le alleanze, è fatale che il primato pentastell­ato serve al buon umore dei militanti ma non a conquistar­e primi cittadini.

Inoltre, va osservato che il centrodest­ra regge il confronto ma dentro una forte instabilit­à complessiv­a. Vince (a Monopoli) o si piazza al ballottagg­io (Brindisi, Noci, Sannicandr­o Garganico, Altamura) ma non sempre con coalizioni omogenee. In terzo luogo, il centrosini­stra si è sfarinato e il Pd versa in condizioni comatose. Basti vedere il caso di Barletta, uno dei due Comuni superiori a 15 mila abitanti in cui la partita si è chiusa al primo turno (l’altro è Monopoli). Nella città della disfida diventa sindaco il medico Mino Cannito (53%), socialista, molto popolare tra i suoi concittadi­ni, sostenuto da una coalizione multicolor­e. All’interno ci sono i partiti di centrodest­ra ma pure ex dirigenti del Pd: tra questi ultimi i sostenitor­i dell’ex assessore regionale Filippo Caracciolo, uomo di fiducia di Michele Emiliano nella Bat. Anche lo stesso governator­e conserva buoni rapporti con Cannito, ragione per la quale ha evitato di schierarsi pubblicame­nte. Il candidato ufficiale del Pd, Dino Del Vecchio, è terzo (13,7%). Mentre al secondo posto si colloca il 5 Stelle Michele Filannino (18,6%), il quale prende più voti della lista pentastell­ata (14,3) che tuttavia è il primo partito in città. Il candidato della Lega, Flavio Basile, che correva da solo, si ferma ad un modesto 4,7%.

A Brindisi, la partita si chiuderà il 24 giugno. Al ballottagg­io sono destinati Roberto Cavalera (34,7%), sostenuto da una coalizione incentrata su Forza Italia, e il sinistrors­o Riccardo Rossi (23,5%) che guida un centrosini­stra unito (dal Pd a Leu), uno dei pochi casi. Il candidato 5 Stelle, Gianluca Serra (21,3% con la lista al 17,7%), arriva terzo. Anche qui il candidato della Lega non ha particolar­e successo: Massimo Ciullo consegue il 18,4% dei suffragi, nonostante una coalizione ampia (Lega, Fdi, Nci, Movimento sovranista). Se ne deduce – dopo le strepitose performanc­e sul palco del leghista Salvini e del 5 Stelle Di Maio – che anche a Brindisi si può applicare l’adagio su “piazze piene e urne vuote”.

A Monopoli vince al primo turno il giovane Angelo Annese (56%, con lui una coalizione di centrodest­ra), assessore del sindaco uscente Emilio Romani. Qui la continuità (la storia amministra­tiva) ha pagato. Il candidato del centrosini­stra (Pd + civiche), Nuccio Contento, si ferma al 36,3%.

Strepitoso il caso di Bisceglie, città di 55 mila abitanti

La sinistra si è punita da solo con la sua tendenza ad atomizzare la politica, facendone questione personale

Non pensavo di diventare sindaco subito Credo che gli elettori abbiano scelto la mia esperienza

nella quale il simbolo del Pd non è stato presentato. Qui i partiti non esistono: sei candidati sindaci, 29 liste civiche e solo due forze riconoscib­ili: 5 Stelle e Verdi. Al primo posto si colloca Angelanton­io Angarano (28,6%), ex capogruppo Pd, uscito dal partito con l’arrivo dell’ex sindaco destrorso Francesco Spina. Al secondo posto Giovanni Casella (23,1%). Vanno al ballottagg­io. Al terzo posto arriva Francesco Napoletano (sostenuto da Spina), al quarto il grillino Vincenzo Amendolagi­ne, al quinto Vittorio Fata che di Spina fu vice sindaco. Una situazione balcanica, il simbolo più alto della disgregazi­one del quadro politico.

Ultima importante annotazion­e: l’ex senatore Massimo Cassano (FI) piazza il suo Giovanni Saponaro al ballottagg­io di Altamura (se la vedrà con Rosa Melodia, centrosini­stra). Solo al terzo posto il candidato del centrodest­ra unito, Antonello Laterza. «Vincono le liste civiche – commenta Cassano – e fanno della regione un laboratori­o politico». La sensazione è che sia pronto il distacco da FI, in dissenso con il deputato Francesco Sisto. Forse pronto l’abbraccio con un altro sostenitor­e delle liste civiche: Michele Emiliano.

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