Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Volano le civiche, crollano i partiti
Voto in 45 Comuni, un solo sindaco per il M5S. Il centrodestra regge, Pd allo sbando Barletta, trionfa coalizione multicolore. A Brindisi è ballottaggio tra Cavalera e Rossi
Proliferano le liste civiche a danno dei partiti tradizionali. Sicché il principale effetto, dopo il voto del 10 giugno, è che i 5 Stelle sono la prima forza politica: doppiano e triplicano i voti dei partiti, ma senza risultati di rilievo. Conquistano solo un sindaco (a Crispiano) perché indisponibili a fare alleanze, mentre la legge elettorale favorisce le coalizioni. Sono 45 i Comuni al voto, 14 superiori ai 15 mila abitanti. Sindaco eletto a Barletta (Mino Cannito, sostenuto da una coalizione spuria con centrodestra e anche segmenti del Pd) e Monopoli (Angelo Annese, vince il centrodestra). Brindisi al ballottaggio. La Lega tiene ma non sfonda. Pd a livello comatoso.
Ci vuole una faccia, una storia e una coalizione. Ossia candidati credibili, un passato amministrativo che funga da garanzia e un’alleanza che ti sostenga. Solo se i tre elementi convivono, il successo è assicurato. È la lezione che si può trarre da questa parziale tornata elettorale: in Puglia sono andati al voto 45 Comuni, di cui appena 14 superiori ai 15 mila abitanti, tra questi ultimi i due capoluoghi Barletta e Brindisi.
La Puglia – vista da questo limitato punto di osservazione – restituisce un quadro che è riassumibile in questo modo: i 5 Stelle sono il primo partito, a causa della disgregazione delle altre liste e la proliferazione delle civiche. E tuttavia non prevalgono mai (se non nella piccola Crispiano) per via dell’indisponibilità grillina a stringere accordi. E siccome la legge per l’elezione dei sindaci premia le alleanze, è fatale che il primato pentastellato serve al buon umore dei militanti ma non a conquistare primi cittadini.
Inoltre, va osservato che il centrodestra regge il confronto ma dentro una forte instabilità complessiva. Vince (a Monopoli) o si piazza al ballottaggio (Brindisi, Noci, Sannicandro Garganico, Altamura) ma non sempre con coalizioni omogenee. In terzo luogo, il centrosinistra si è sfarinato e il Pd versa in condizioni comatose. Basti vedere il caso di Barletta, uno dei due Comuni superiori a 15 mila abitanti in cui la partita si è chiusa al primo turno (l’altro è Monopoli). Nella città della disfida diventa sindaco il medico Mino Cannito (53%), socialista, molto popolare tra i suoi concittadini, sostenuto da una coalizione multicolore. All’interno ci sono i partiti di centrodestra ma pure ex dirigenti del Pd: tra questi ultimi i sostenitori dell’ex assessore regionale Filippo Caracciolo, uomo di fiducia di Michele Emiliano nella Bat. Anche lo stesso governatore conserva buoni rapporti con Cannito, ragione per la quale ha evitato di schierarsi pubblicamente. Il candidato ufficiale del Pd, Dino Del Vecchio, è terzo (13,7%). Mentre al secondo posto si colloca il 5 Stelle Michele Filannino (18,6%), il quale prende più voti della lista pentastellata (14,3) che tuttavia è il primo partito in città. Il candidato della Lega, Flavio Basile, che correva da solo, si ferma ad un modesto 4,7%.
A Brindisi, la partita si chiuderà il 24 giugno. Al ballottaggio sono destinati Roberto Cavalera (34,7%), sostenuto da una coalizione incentrata su Forza Italia, e il sinistrorso Riccardo Rossi (23,5%) che guida un centrosinistra unito (dal Pd a Leu), uno dei pochi casi. Il candidato 5 Stelle, Gianluca Serra (21,3% con la lista al 17,7%), arriva terzo. Anche qui il candidato della Lega non ha particolare successo: Massimo Ciullo consegue il 18,4% dei suffragi, nonostante una coalizione ampia (Lega, Fdi, Nci, Movimento sovranista). Se ne deduce – dopo le strepitose performance sul palco del leghista Salvini e del 5 Stelle Di Maio – che anche a Brindisi si può applicare l’adagio su “piazze piene e urne vuote”.
A Monopoli vince al primo turno il giovane Angelo Annese (56%, con lui una coalizione di centrodestra), assessore del sindaco uscente Emilio Romani. Qui la continuità (la storia amministrativa) ha pagato. Il candidato del centrosinistra (Pd + civiche), Nuccio Contento, si ferma al 36,3%.
Strepitoso il caso di Bisceglie, città di 55 mila abitanti
La sinistra si è punita da solo con la sua tendenza ad atomizzare la politica, facendone questione personale
Non pensavo di diventare sindaco subito Credo che gli elettori abbiano scelto la mia esperienza
nella quale il simbolo del Pd non è stato presentato. Qui i partiti non esistono: sei candidati sindaci, 29 liste civiche e solo due forze riconoscibili: 5 Stelle e Verdi. Al primo posto si colloca Angelantonio Angarano (28,6%), ex capogruppo Pd, uscito dal partito con l’arrivo dell’ex sindaco destrorso Francesco Spina. Al secondo posto Giovanni Casella (23,1%). Vanno al ballottaggio. Al terzo posto arriva Francesco Napoletano (sostenuto da Spina), al quarto il grillino Vincenzo Amendolagine, al quinto Vittorio Fata che di Spina fu vice sindaco. Una situazione balcanica, il simbolo più alto della disgregazione del quadro politico.
Ultima importante annotazione: l’ex senatore Massimo Cassano (FI) piazza il suo Giovanni Saponaro al ballottaggio di Altamura (se la vedrà con Rosa Melodia, centrosinistra). Solo al terzo posto il candidato del centrodestra unito, Antonello Laterza. «Vincono le liste civiche – commenta Cassano – e fanno della regione un laboratorio politico». La sensazione è che sia pronto il distacco da FI, in dissenso con il deputato Francesco Sisto. Forse pronto l’abbraccio con un altro sostenitore delle liste civiche: Michele Emiliano.