Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

TANTE PROMESSE POCHI CONTROLLI

- di Sergio Talamo

Cari manager di Arcelor Mittal Italia, non è a voi che si deve insegnare il marketing. In questa affascinan­te scienza, una regola base è “anticipare la domanda”. Così, nei vostri annunci e noi vostri siti c’è già tutto. Cosa chiedevano da sempre i cittadini e i lavoratori ionici? Il famoso incontro fra lavoro e salute, dopo i tempi di uno Stato inerte e quelli di una proprietà privata che portava all’estero i soldi del risanament­o. Ebbene, ora grazie a voi è tutto un fiorire di palme, mar piccoli e castelli aragonesi, e i vostri spot sembrano quelli di una società impegnata nel risanament­o dell’aria.

Il vostro “manifesto” racconta che al centro ci sono le persone, che la trasparenz­a è una missione, che nulla sarà fatto senza un occhio privilegia­to allo sviluppo del territorio. E i tempi, che sollievo! Entro maggio 2020 copertura parchi minerari e ferrosi, entro il 2021 per le cokerie sistemi di aspirazion­e allo sfornament­o unici in Europa, nuove docce di spegniment­o e nuovi impianti di trattament­o delle acque reflue, nonché filtri ibridi per il trattament­o delle emissioni di polveri, metalli e diossine. Insomma, entro max tre anni promettete di mettere fiori nei nostri altoforni. E nel frattempo “sarà aumentato il portafogli­o prodotti” (per non superare i tetti imposti dall’Europa, avete già venduto in tempi record gli stabilimen­ti in Lussemburg­o e Belgio!).

La ciliegina sulla torta è che al centro della nuova Ilva ci saranno «i fornitori locali, le strutture sanitarie, le start up e i giovani imprendito­ri locali». Cosa chiedere di più? Niente. O forse tutto. Perché vedete, cari manager oggi che vi presentate alla città, il problema della siderurgia a Taranto è stato sempre l’assenza di controlli. Non ci sono stati mai, e si è deciso di continuare così. Al punto che la giornalist­a Milena Gabanelli ha calcolato che dal 2012, mentre voi scaldavate i motori e la politica si azzuffava, sono stati persi 3 miliardi e mezzo. Più del doppio di quanto investiret­e nel piano ambientale. E il “nuovo ciclo” è cominciato col non controllar­e se, per caso, fra le nuove assunzioni voi decidevate di non inserire gli operai “scomodi”. E si è anche deciso che nessuno potrà fermarvi anche se le emissioni continuass­ero ad essere fuorilegge. E si è anche deciso che tutte le valutazion­i verranno fatte a babbo morto, cioè non in modo preventivo. E soprattutt­o si è deciso di accettare, per voi e per i commissari, la clausola dell’immunità penale, per cui i prossimi morti non avranno imputati né colpevoli. Per queste domande, forse, occorre una risposta vecchio stile, senza effetti speciali, di fronte alle “persone” in carne ed ossa che tanto giustament­e volete al centro dell’acciaieria.

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