Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Isabelle Faust al Petruzzelli suona Mendelssohn
I concerti in streaming continuano: stasera in programma Mendelssohn e Beethoven
La storia della musica è lastricata di patti col diavolo. E se oltre a portare il cognome del personaggio narrato da Goethe, suoni pure il violino, sembra quasi inevitabile trionfare al Concorso intitolato a Niccolò Paganini, la cui abilità musicale leggenda vuole fosse frutto di un negoziato col demonio. Tranquilli. Isabelle Faust, che al Paganini vinse nel 1993, e che si è pure cimentata con l’Histoire du soldat di Stravinskij (altra storia di impegni presi col signor Lucifero), non ha mai fatto alcun tipo di accordo con Mefistofele. Tuttavia, il suo talento e il suo fascino hanno sicuramente qualcosa di magico. E lo sa molto bene il pubblico del Petruzzelli, che ha già avuto modo di ammirare la grazia artistica dell’incantevole virtuosa tedesca, musicista con una carriera internazionale nella quale spiccano i concerti con i Berliner, la Boston Symphony Orchestra e le collaborazioni con Claudio Abbado e Daniel Harding.
In passato Isabelle Faust si è esibita con l’Orchestra del Petruzzelli suonando anche il
Concerto per violino e orchestra op. 64 di Felix Mendelssohn, lo stesso che propone stasera (ore 19) nell’ambito del ciclo di appuntamenti programmati dall’ente lirico in diretta streaming come forma di resistenza artistica. E, in un certo qual modo, pure qui Paganini c’entra qualcosa, visto che il grande violinista volle dedicare il suo Moto perpetuo a quel Ferdinand David per il quale Mendelssohn scrisse nel 1844 proprio il Concerto op. 64, con quell’ardito ingresso dello strumento solista, pensato a discapito della tradizionale introduzione orchestrale.
Dunque, il Petruzzelli procede in modalità virtuale, nell’ambito della campagna «Aperti, nonostante tutto» promossa Sabato 25 e dall’Anfols, domenica 26 l’assocmiazgigoione20d1e9glailleen1t0i l.3ir0icei aitllaelian12i..3E0vnaealvFaonyteircdoenl Tqeuaatrlochdei SaagngCiaurslotatomrneanOtop,edratBaalbays, ituazionspeetdtai ceomloemrguesincazlae cehsenhsoaricaolestretto il sovrintendente di 45 minuti per bambini da 0 a Massimo Biscardi a rimodulare 10 anni rivolto alle famiglie. più volte la proposta, anche sEulisllira.Mbas gei ad De olll ca e ad misa pro anèibilità dlibeegrlai maretnisttei,trmatatotednaeLn’edliosirsempd’raemaoltrae ld’ai sGtaiceetallnaodDeollnaizqeuttai,lità dei protagonisti. Il concerto di stasera, per la regia in di diffusione Eleonora Moro, gratuita sl’iudieaczaionnaelimdueslilcaleFodni Fdeadzeiroicnae PFaeltarsuczozneilelil,ascoslltaibtuoirsaczeio, nienfdai ttNi,aitli rpecriltaaMldueslilceapiearniicsotentKeantuitai esp Me ca ira ilei.lLl’ eam Labbi eènq tua eziocnhe,a loro volta, erano state chiamate teatrale è a misura di neonato e per rimpiazzare Maria João Pires. la narrazione utilizza colori, Poi ci si è messo di mezzo pfourmreeiel mCouvsiicda, pceornla la notizia ds te i ml la olapzoiosni te iv sietnàsd ore i al ledidrelttore sbtaambiblienod, epl oP icehtér,udzaz se ellmi,pGr eia, i ml paolo Bisanti, al posto del
quale stasera ci sarà Renato Palumbo, altra vecchia conoscenza del pubblico pugliese. Non solo perché Palumbo ha più volte diretto nel Petruzzelli, tra cui la Turandot che segnò la ripresa della lirica nel teatro ricostruito e il recente Falstaff, andato in scena e poi sospeso con la chiusura dei teatri, ma anche per i suoi trascorsi al Festival della Valle d’Itria, già negli anni Novanta, chiamato dal compianto Sergio Segalini, uno che aveva lo sguardo lungo e i talenti sapeva davvero scoprirli, non solo tra le voci, di cui era tra i massimi esperti.
Quando Segalini arrivò a Martina Franca, nel 1994, il politeama barese che era bruciato due anni prima era tristemente chiuso e non esisteva nemmeno l’Orchestra del Petruzzelli, ensemble che da qualche anno è diventata la formazione di riferimento del Festival della Valle d’Itria, dove Palumbo fece capolino alla fine degli anni Novanta per il dittico Mese Mariano/Il re di Umberto Giordano, seguito dall’operazione verdiana Simon Boccanegra e, soprattutto, dal progetto sul grandopéra di Meyerbeer con i monumentali Les Huguenots (che nel 1903 avevano inaugurato il Petruzzelli) e, prima ancora, con Robert le diable, pure questa una faccenda supportata da patti demoniaci.
Nella seconda parte di serata Palumbo dirigerà la Quarta Sinfonia di Beethoven, per cui il clima si preannuncia sereno. Niente tensioni, in quest’opera del 1806 con la quale il genio di Bonn riportò la musica dentro atmosfere serene e al carattere disteso del Settecento.