Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Puglia arancione, Emiliano non ci sta
Il governo dice alt alla zona rossa a Foggia e nella Bat. La Regione pronta a decidere da sola
Il governo dice no alla zona rossa per le province di Foggia e Barletta. Ora sul punto potrebbe decidere la Regione in autonomia. Per farlo, Emiliano aspetta la conferma dei ristori anche per le zone rosse dichiarate tali dalle Regioni.
BARI Il governo non accoglie la richiesta del governatore Emiliano di dichiarare zona rossa due province della Puglia, Foggia e Bat. Siccome però la situazione in quelle aree resta critica, la Regione sta studiando di adottare un provvedimento proprio per decretare in autonomia la zona rossa e imporre regole più stringenti.
La valutazione è in corso e dipenderà dalla possibilità di ottenere i ristori che il governo ha stabilito di assegnare finora solo alle zone rosse dichiarate tali dal ministero della Salute.
Quella di ieri è stata una giornata altalenante per gli uffici regionali: da un lato la soddisfazione di non aver subito la retrocessione, nonostante la richiesta partita da Bari; dall’altro la necessità di dover far fronte alla situazione grave del Foggiano e della provincia di Barletta Andria Trani.
Il decreto emanato ieri dal ministro della Salute, Roberto Speranza, conferma la zona arancione per tutta la Puglia sulla scorta di un elemento: i dati inviati da Bari a Roma vengono definiti su base regionale e Speranza ha ritenuto quelli pugliesi tali da confermare l’attuale collocazione della Puglia. «Il ministero – commenta l’assessore Pier Luigi Lopalco – non ha fatto altro che affermare il principio secondo il quale la decisione viene affidata ad un algoritmo preciso e complesso, composto da 21 indicatori. La Puglia, in base ai dati, è oggettivamente arancione. Avevamo chiesto di valutare un po’ più nel dettaglio il dato provinciale. Il principio non è stato accettato».
Lopalco è stato riunito per molto tempo, ieri sera, con Emiliano, il direttore del dipartimento Vito Montanaro e il capo di gabinetto Claudio
Stefanazzi. La discussione si è incentrata sulla possibilità che la Regione possa adottare un atto proprio per decretare la zona rossa: riguarderebbe tutta la Bat e gran parte del Foggiano (escluse le località di montagna con contagi scarsi o assenti). La decisione è stata rinviata a oggi, forse lunedì. Dipenderà da una misura che il governo intende introdurre nel decreto Ristori bis. Ossia la norma che assegna ristori e indennizzi anche alle aree rosse definite tali dalle autorità regionali: finora era stata prevista solo per le Regioni dichiarate rosse dal governo.
Il ministro Francesco Boccia segue da vicino la questione e fa da ufficiale di collegamento con la Puglia. L’idea del governo sarebbe di istituire un fondo ad hoc (500 milioni) per gli indennizzi nelle aree rosse infraregionali. Fermo restando che per procedere
le Regioni debbano ottenere l’«intesa» del governo (il contrario di quello che succede per l’area rossa decisa da Roma).
La questione è tutt’altro che definita. Per una ragione semplice che riguarda i possibili effetti della zona rossa (eventualmente decisa da Emiliano) sulla Bat e sul Foggiano: i primi risultati si avrebbero non prima di due settimane. «La curva degli contagi sta calando – riflette il governatore con i suoi collaboratori – e noi proviamo ad assestarle un colpo finale». Ma questo non risolverebbe il problema dell’oggi.
Ossia del come fare a reggere la domanda crescente di letti e assistenza ospedaliera nelle due province.
Mancano posti di medicina interna (pneumologia e malattie infettive) e sono carenti quelli di terapia intensiva.
Il problema della Bat deriva dal basso numero di ospedali: Andria, Barletta e Bisceglie. Per quanto si voglia moltiplicare i letti, oltre un certo numero non si riesce ad andare. Sicché la soluzione è il continuo trasferimento dei pazienti nei più capienti ospedali dell’Asl Bari. Il Foggiano ha certamente più disponibilità di ospedali, ma il numero dei contagiati è altissimo.
«Cosa succederà adesso»? Se lo chiedono i consiglieri regionali di FdI (Caroli, De Leonardis, Gabellone, Perrini, Ventola e Zullo). «È la domanda – dicono – che si pongono i sindaci, i cittadini, gli operatori sanitari stremati. Emiliano è chiamato a rispondere adesso! È stato lui stesso a rimarcare le criticità: ospedali al collasso, Rsa diventate un incubo, tracciamenti saltati, tamponi insufficienti, terapie intensive piene. La giunta regionale è chiamata a una piena assunzione di responsabilità senza più l’ombrello del governo nazionale cui ripararsi».
Scontro politico FdI attacca: «La giunta è chiamata a una piena assunzione di responsabilità»