Pd, nebbia sul dopo Gilmozzi
Senza un congresso, il nuovo segretario va scelto all’interno dell’assemblea Borgonovo Re forse non ci sarà alle provinciali: «Ma prima pensiamo al partito»
TRENTO «I partiti hanno deciso di prendersi un momento di riflessione interna. La riunione di maggioranza si farà più avanti». Ugo Rossi liquida così il rinvio del vertice tra segretari del centrosinistra convocato la scorsa settimana ma spostato a data da destinarsi a causa delle dimissioni pendenti tanto in casa Pd che Upt. Mentre nell’Unione si cerca di uscire dall’empasse arruolando forze fresche, i dem pensano a come attraversare il guado dopo l’addio di Italo Gilmozzi.
Le tre principali forze del centrosinistra autonomista hanno deciso di reagire in modi diversi alla sconfitta del 4 marzo. Il Patt di Rossi e Franco Panizza giudica un errore agitarsi e conta di recuperare i voti ceduti alla Lega grazie alle reti corte delle provinciali: tornare dal 4,9% al 17% non sarà un gioco da ragazzi, ma il Patt nel voto per le politiche non ha mai contato troppo.
A lottare per la sopravvivenza è l’Upt, che avrà pure ceduto nell’urna qualcosa al Pd, ma che con Civica Popolare è praticamente scomparsa. L’idea di «demolire e ricostruire» del gruppo consiliare passa, nella prima fase, dalle dimissioni di Tiziano Mellarini e dal basso profilo di Lorenzo Dellai. Per la seconda fase, però, servono volti nuovi. I «civici» di Francesco Valduga, che prima del voto parevano prossimi a un’intesa che passasse da una costituente comune, si sono ritratti convinti, per usare le parole del portavoce Mattia Gottardi, di poter essere «la forza motrice di una nuova coalizione». Di qui l’esigenza di una nuova campagna acquisti per dare senso a una costituente che, fatta con i soliti noti, fallirebbe prima di cominciare.
Il Pd è stato il più reattivo, nonostante una relativa tenuta dei consensi rispetto al crollo nazionale. Dalle dimissioni di Italo Gilmozzi, però, non è chiaro come se ne uscirà: venerdì l’assemblea potrebbe anche bocciarle, bocciando in questo modo anche l’idea del quadrumvirato (Donata Borgonovo Re, Alessandro Olivi, Giorgio Tonini e Alessio Manica). Il ruolo dei quattro reggenti dovrebbe essere solo quello di indicare una nuova road map e una soluzione per la segreteria. Anche se non c’è nulla di più duraturo del provvisorio, Borgonovo Re esclude che questa reggenza venga confermata. «Io e molti altri non pensiamo che un congresso, in questa fase, sarebbe utile, ma come soluzione alternativa lo statuto indica la possibilità di scegliere un nuovo segretario all’interno dell’assemblea». Da prima del voto, della presidente si dice che non sarebbe disponibile a una ricandidatura alle provinciali. «Non nego di avere questa idea, ma ora in primo piano c’è il futuro del Pd in una fase delicata. Le mie riflessioni personali le farò a tempo debito».
Sul fronte opposto, Maurizio Fugatti si gode il successo e il dichiarato interesse di Matteo Salvini per il Trentino. Il leader nazionale della Lega giovedì sera (20.30 sala della cooperazione) sarà a Trento.
Upt È cominciata la campagna acquisti per rinnovare l’Unione dopo l’azzeramento Consigliera Non nego di meditare di non ripresentarmi alle elezioni La mie riflessioni personali però le farò a tempo debito