Voci dietro le sbarre, il carcere visto dai detenuti
Vita Trentina lancia un trimestrale. Spini, il nuovo cappellano è don Mauro Angeli
Il garante «La possibilità di raccontare il proprio vissuto è un valore aggiunto incredibile»
TRENTO Spesso devono accontentarsi di vedere il mondo attraverso delle sbarre o di assaggiare il profumo della libertà solo durante l’ora d’aria, ma da oggi, i detenuti del carcere di Spini di Gardolo, potranno «evadere» attraverso le pagine di «Non solo dentro, parole dal carcere». Il primo numero dell’inserto trimestrale di «Vita Trentina», redatto da una quindicina di detenuti della casa circondariale di Trento, si trova infatti nelle varie edicole della città.
«L’Associazione Provinciale di Aiuto Sociale per i detenuti (Apas) era già presente in carcere con una proposta di attività giornalistica guidata da Piergiorgio Bortolotti», spiega Diego Andreatta, direttore del settimanale diocesano. «Nel corso degli ultimi mesi — continua il direttore — si è deciso di ampliarne il formato creando una nuova testata di quattro pagine da allegare a Vita Trentina per dare voce a tutti quelli che vivono all’interno del penitenziario».
Il direttore di Apas, Aaron Giazzon spiega come «l’iniziativa nasce proprio con l’intento di essere un luogo di riflessione e di approfondimento non solo delle tematiche carcerarie, ma anche delle storie di vita dei detenuti che ne partecipano. Il contenuto del vecchio giornalino, che era ad uso interno, ha avuto diversi contenuti e diversi temi. In questo primo numero si continua su questa linea lasciando spazio alle riflessioni libere dei detenuti e approfondendo alcuni temi legati all’ambito del carcere. Vi è inoltre, una lunga chiacchierata con la garante dei diritti proprio per permettere di sviluppare il pensiero critico anche sul senso dell’esecuzione della pena e su quello che è il valore dell’esperienza».
È proprio la garante dei detenuti Antonia Menghini a ricordare come «l’esigenza primaria di chi sta trascorrendo i propri giorni all’interno della casa circondariale è quella di avere delle relazioni, di riuscire a trovare dei canali per la propria espressione. Quindi — specifica Menghini — penso che avere questa possibilità di collegamento nel raccontare il proprio vissuto e di essere letti dalla comunità trentina sia un valore aggiunto davvero incredibile e positivo».
Le novità della casa circondariale di Spini di Gardolo non riguardano però solo il giornalino. Da ieri infatti Don Mauro Angeli è il nuovo cappellano che inizierà a lavorare in questa «realtà particolare».