Bressanone tra Rondini e corvi
È uscito, nelle scorse settimane, presentato al Circolo Don Bosco di Bressanone, un libro sulla storia della città, tra gli anni Trenta e quelli immediatamente successivi alla Seconda Guerra mondiale. Rondini e corvi-Raben und Schwalben, questo il titolo, è libro atipico per forma e contenuti, ricco di fotografie d’epoca e di racconti, con il tutto sorretto da una cornice storica.
L’atipicità sta nel fatto che i racconti sono frutto delle interviste e delle loro puntuali trascrizioni, che in tre anni di lavoro, gli autori Umberto Principe e Franz Oberkofler hanno condotto, interviste che nei testi sono state mantenute nella lingua madre. Dunque un libro con pagine in tedesco e pagine in italiano, suddivise in maniera temporale, dagli anni d’oro della Bressanone pre-conflitto, a quelli del triste e doloroso «dopo». Già, perché nel testo si parla di «opzioni», di optanti, di nazisti e fascisti, di bombardamenti e di vita quotidiana, ma il racconto offre anche spunti divertenti e curiosi, frutto di conversazioni, tra gli autori e le persone che hanno vissuto quei tempi. Un lavoro lungo, che si è protratto per alcuni anni, complici i rimaneggiamenti necessari sia per dare un’uniformità al tutto, sia per far fronte ad accadimenti contingenti, come la scomparsa, avvenuta nel frattempo, di alcuni dei testimoni diretti.
«Raccontare storie per raccontare la storia. Ascoltare storia e storie direttamente da chi le ha vissute, da chi le ha subìte e diffonderle, per dare un’unità di misura ulteriore nel considerate e permettere a tutti di ripensare (e giudicare magari), fatti accaduti ormai lo scorso secolo…», scrive Dario Massimo nella prefazione, dopo aver curato la parte italiana per rendere leggibili i dialoghi talvolta improvvisati e ricchi di quell’intercalare del «…mi ricordo…» che li caratterizza. Rondini e corvi dunque simbolo di coloro che furono costretti a migrare e come il dolce volatile tornarono, e quelli «neri» che al tempo li costrinsero alla migrazione. Degna di nota è la testimonianza esclusiva del professor Peter Petschauer, figlio dell’allora comandante delle SS, che a Bressanone aveva il compito di «convincere» i sudtirolesi ad abbandonare le loro case per «unirsi alla grande Patria tedesca».
Un libro, dunque, che apre con le testimonianze della gente comune un nuovo sipario sulle vicende di quel tempo a Bressanone e dintorni e che concede nuove possibilità ad una rilettura di un passato neppur così lontano. Il volume è disponibile presso la presidenza del Circolo Arca (Genny Rizzi – telefono 348 3107418) o presso gli autori Umberto Principe e Franz Oberkofler.