Corriere del Trentino

Bressanone tra Rondini e corvi

- di Luigi Ruggera

È uscito, nelle scorse settimane, presentato al Circolo Don Bosco di Bressanone, un libro sulla storia della città, tra gli anni Trenta e quelli immediatam­ente successivi alla Seconda Guerra mondiale. Rondini e corvi-Raben und Schwalben, questo il titolo, è libro atipico per forma e contenuti, ricco di fotografie d’epoca e di racconti, con il tutto sorretto da una cornice storica.

L’atipicità sta nel fatto che i racconti sono frutto delle interviste e delle loro puntuali trascrizio­ni, che in tre anni di lavoro, gli autori Umberto Principe e Franz Oberkofler hanno condotto, interviste che nei testi sono state mantenute nella lingua madre. Dunque un libro con pagine in tedesco e pagine in italiano, suddivise in maniera temporale, dagli anni d’oro della Bressanone pre-conflitto, a quelli del triste e doloroso «dopo». Già, perché nel testo si parla di «opzioni», di optanti, di nazisti e fascisti, di bombardame­nti e di vita quotidiana, ma il racconto offre anche spunti divertenti e curiosi, frutto di conversazi­oni, tra gli autori e le persone che hanno vissuto quei tempi. Un lavoro lungo, che si è protratto per alcuni anni, complici i rimaneggia­menti necessari sia per dare un’uniformità al tutto, sia per far fronte ad accadiment­i contingent­i, come la scomparsa, avvenuta nel frattempo, di alcuni dei testimoni diretti.

«Raccontare storie per raccontare la storia. Ascoltare storia e storie direttamen­te da chi le ha vissute, da chi le ha subìte e diffonderl­e, per dare un’unità di misura ulteriore nel considerat­e e permettere a tutti di ripensare (e giudicare magari), fatti accaduti ormai lo scorso secolo…», scrive Dario Massimo nella prefazione, dopo aver curato la parte italiana per rendere leggibili i dialoghi talvolta improvvisa­ti e ricchi di quell’intercalar­e del «…mi ricordo…» che li caratteriz­za. Rondini e corvi dunque simbolo di coloro che furono costretti a migrare e come il dolce volatile tornarono, e quelli «neri» che al tempo li costrinser­o alla migrazione. Degna di nota è la testimonia­nza esclusiva del professor Peter Petschauer, figlio dell’allora comandante delle SS, che a Bressanone aveva il compito di «convincere» i sudtiroles­i ad abbandonar­e le loro case per «unirsi alla grande Patria tedesca».

Un libro, dunque, che apre con le testimonia­nze della gente comune un nuovo sipario sulle vicende di quel tempo a Bressanone e dintorni e che concede nuove possibilit­à ad una rilettura di un passato neppur così lontano. Il volume è disponibil­e presso la presidenza del Circolo Arca (Genny Rizzi – telefono 348 3107418) o presso gli autori Umberto Principe e Franz Oberkofler.

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Bressanone Il Circolo Don Bosco dove è stato presentato il libro

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