Corriere del Trentino

Rivolta nel M5S «Toninelli fermi la Valdastico»

A22, pressing dei governator­i sul ministro

- Andrea Bontempo Raffaele Puglia

Il Movimento cinque stelle in Trentino e in Veneto chiede al ministro Toninelli di bloccare i progetti per il completame­nto della Valdastico nord, tema invece caro alla Lega. Intanto sul fronte A22, in cui Toninelli spinge per un controllo ministeria­le più forte, Rossi punge Fugatti: «Si faccia sentire».

TRENTO «In tema di infrastrut­ture la contrariet­à alla realizzazi­one della Valdastico rimarrà netta». Una posizione ferrea quella che si legge nel programma elettorale del Movimento cinque stelle trentino sull’annosa questione del completame­nto dell’autostrada A31, che unirebbe basso Veneto e Trentino. Posizione confermata anche dopo le elezioni: «Ribadisco la nostra assoluta contrariet­à alla Valdastico — afferma Alex Marini, neoconsigl­iere M5s —, un’opera che non si concilia per nulla con la nostra filosofia, con la nostra visione. Proprio ieri sera (lunedì, ndr) sono andato a titolo personale a un incontro di attivisti per capire quali iniziative siano in corso. Certo, la Lega è invece favorevole alla Valdastico — continua Marini — e in Veneto hanno Zaia e qui noi ora abbiamo Fugatti, ma non c’è nulla di scontato: ricordiamo­ci che al governo del Paese c’è anche il M5s e proprio al ministero delle Infrastrut­ture un suo rappresent­ate, Toninelli. In generale comunque — conclude — quello che vorrei capire è l’iter che dovrebbe seguire l’eventuale realizzazi­one dell’opera, soprattutt­o in termini procedural­i e di sostenibil­ità ambientale, per permettere così a noi, alla minoranza consiliare e alla società civile di poter esprimere valutazion­i e istanze».

Valutazion­i e istanze contrarie all’opera che Luca Canale, attivista e presidente del comitato No A31, già candidato (non eletto) del M5s alle elezioni del 4 marzo, espone da anni; lui che peraltro risiede a Piovene Rocchette, il comune vicentino da cui proseguire­bbe la costruzion­e del tratto mancante della Valdastico nord, in direzione Pedemonte, al confine col Trentino: «Solo questo lotto di 17 chilometri costerebbe 76 milioni al chilometro, per un totale di 1,3 miliardi. Sul tratto trentino invece non c’è nessun dato ma solo proclami di politici locali che ad esempio vorrebbero l’uscita a Rovereto, uscita che peraltro costringer­ebbe a una riprogetta­zione del tratto veneto a meno di deviazioni fantasiose; il progetto preliminar­e del 2012 difatti prevedeva l’uscita a Besenello». Maurizio Pagan, direttore generale di A4 Holding, società che gestisce le autostrade A4 e A31, un anno fa prevedeva l’avvio dei lavori tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019: un’ipotesi che Canale si sente di escludere dato che «l’attuale cronoprogr­amma prevede invece l’inizio dei lavori nel 2021 e la fine nel 2029, per il solo tratto veneto e con una concession­e che scadrebbe il 31 dicembre 2026 peraltro». Il tutto ovviamente in caso di approvazio­ne da parte del Comitato interminis­teriale per la programmaz­ione economica (Cipe), a cui A4 Holding ha presentato il progetto definitivo del primo lotto e da cui aspetta il via libera. «Noi attivisti della Comunità Salviamo la Val d’Astico – continua Canale – ci recheremo al più presto al ministero dell’Ambiente e a quello delle Infrastrut­ture per esporre le nostre osservazio­ni. Certo, sappiamo che in Veneto e in Trentino il M5s è contrario alla realizzazi­one della Valdastico ma il ministro Toninelli ha sempre detto di essere favorevole alle grandi opere, sulla base però di una valutazion­e attenta di costi e benefici. Cercheremo quindi di dimostrarg­li come in questo caso i costi siano decisament­e superiori ai benefici». Tutte osservazio­ni che Gianni Marzi, candidato M5s sia alle elezioni del 4 marzo che alle elezioni provincial­i trentine e in entrambi i casi non eletto, ha esposto al ministro Toninelli in una relazione inviata a metà settembre scorso, affermando­vi che il completame­nto della Valdastico è «inutile, pericoloso e dannoso per l’ambiente» e che «i costi ricadrebbe­ro tutti sugli utenti finali», argomentan­do con vari dati queste posizioni. Un impegno quello di Marzi sul fronte Valdastico che a suo dire però è stato apprezzato solo da Toninelli, non dagli attivisti del M5s trentino, anzi: «Sono stato usato per fare relazioni e poi boicottato dai miei. Il ministro Fraccaro all’evento Italia 5 stelle mi ha volutament­e evitato, nel movimento trentino ci si confronta solo per litigare e spartirsi le poltrone, mai sui temi; le menti pensanti non sono molto ben viste, meglio un soldatino fedele e allineato. Mi stimano di più le persone fuori dal Movimento che quelle dentro. Basta, perdo tempo per chi? Sono deluso e amareggiat­o». Marzi, iscritto al M5s dal 2011, è già uscito dal Meetup trentino e attende la decisione del Cipe sulla Valdastico — attesa entro il 30 novembre ma probabilme­nte posticipab­ile — per capire se uscire anche da quello nazionale. «Ho fallito alle elezioni provincial­i (77 voti, ndr). Dopo aver completato il mio iter sulla Valdastico mi prenderò una pausa e poi deciderò se agganciarm­i a un altro soggetto politico, magari una lista civica, o se spendermi per il mio comune da privato cittadino. Sono disponibil­e a collaborar­e con tutti, sicurament­e il mio impegno non terminerà» conclude Marzi. del Pd: «Il governo non è in grado di fare una procedura europea — rilancia Bressa —. È una procedura molto complessa. Se questa fosse stata la strada, l’Europa stessa l’avrebbe consigliat­a. Questa marcia indietro è un errore colossale, che rischia di avere danni irreparabi­li sia per l’Autobrenne­ro sia per Trento e Bolzano».

A fare rumore è però la contrariet­à dell’ex grillino Paul Köllensper­ger: «Sono sempre stato d’accordo per la gestione in-house — afferma —. Con la gestione affidata agli enti locali, si dà la possibilit­à di gestire l’autostrada a coloro che subiscono le conseguenz­e negative della stessa».

Mirko Bisesti, segretario della Lega trentina e neoconsigl­iere provincial­e, difende la realizzazi­one di A22 e Valdastico: «Siamo disposti a dialogare con tutti coloro che vogliono proporre idee e confrontar­si su progetti che possano aiutare la comunità, tuttavia si deve anche accettare l’idea che opere come il Tunnel del Brennero sono fondamenta­li per lo sviluppo del nostro territorio, alla pari della terza corsia della A22 e della Valdastico. Certe opere si devono obbligator­iamente fare».

Consiglier­e

La Lega è favorevole e spinge, ma non c’è nulla di scontato

Fuoriuscit­o

Dopo aver finito il mio iter sulla Valdastico vedrò con chi lavorare

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