«Brutta negra ti uccido» L’ex pastore a processo
La verità di Coser non convince. La Procura ha chiesto il giudizio immediato
TRENTO Qualche ammissione c’è stata, ma di essere additato come un razzista non ci sta proprio l’ex pastore di Frassilongo accusato delle aggressioni a sfondo razziale all’allevatrice di origini etiopi, Agitu Ideo Gudeta che gestisce l’azienda agricola «La capra felice» in valle dei Mocheni. Lo aveva detto anche al giudice Enrico Borrelli durante l’interrogatorio di garanzia ai primi di ottobre. Aveva raccontato la sua verità, ma le parole di Cornelio Coser , 59 anni, di origini perginesi, agli arresti domiciliari dal 29 settembre scorso con l’accusa di stalking aggravato dall’odio razziale (viene contestato l’articolo 3 della legge Mancino), non hanno convinto la Procura.
La pm Maria Colpani nei giorni scorsi ha chiesto il giudizio immediato per l’ex pastore. Si dovrà difendere a processo, davanti al giudice dibattimentale, fatta salva una scelta diversa della difesa. L’avvocato Claudio Tasin, che rappresenta il cinquantaseienne, ha tempo venti giorni per decidere se chiedere il rito abbreviato. L’udienza, al momento, è stata fissata per il 6 febbraio prossimo.
Nell’atto di richiesta di giudizio immediato la Procura traccia un quadro accusatorio uguale a quello che ha portato all’arresto dell’ex pastore, attualmente impiegato in una cooperativa in valle dei Mocheni. L’uomo è ancora agli arresti domiciliari, ma ha il permesso di andare al lavoro. Gli episodi contestati nell’atto d’accusa sono gli stessi che hanno portato all’emissione di una misura di custodia cautelare, ma dagli atti trapela un quadro di grande sofferenza della donna, insultata e minacciata dall’ex pastore per oltre un anno.
Gli inquirenti parlano di atti persecutori che avevano il chiaro intento di allontanare la donna dalla valle.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di S. Orsola, che hanno condotto le indagini, i dispetti da parte del vicino erano iniziati lo scorso anno, poi la situazione sarebbe degenerata a giugno. In almeno due occasioni Agitu sarebbe stata aggredita, a inizio agosto l’uomo l’avrebbe afferrata alle spalle e poi l’avrebbe presa per il collo, minacciandola: «Ti uccido».
Poi Agitu si è trovata con gli pneumatici dell’auto tagliati e infine due mesi fa è stata trovata una capra uccisa, alla quale sono state asportate le mammelle. Un atto crudele, forse simbolico. Infine ci sono gli insulti a sfondo razziale: «Brutta negra vai via ti brucio tutto» avrebbe urlato l’uomo. Il giudice nell’ordinanza di custodia cautelare li aveva definiti epiteti di «inequivoco segno razzista».
Già nel corso del 2017 Coser, secondo quanto ricostruito, aveva ingiuriato e molestato Agitu. Con il tempo il clima tra i due vicini era diventato sempre più pesante e così il 19 giugno scorso — come contesta la Procura — Coser avrebbe preso per il collo Agitu mentre era intenta a pulire la mungitrice. «Ve ne dovete andare brutta negra, le tue capre mi hanno mangiato l’erba, ti brucio tutto, non solo una, ma tutte te le uccide» aveva detto l’ex pastore. Agitu era stata malmenata tanto che era dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso.
Sempre lo stesso giorno Coser avrebbe sgonfiato gli pneumatici della Fiat Panda di Agitu. Ma la Procura contesta altri 5 episodi che sarebbero avvenuti tra il 23 luglio e il 9 settembre, il più grave risale al 3 agosto quando Coser avrebbe cercato di colpire l’allevatrice mentre era al pascolo. La donna, terrorizzata, aveva preso un bastone per difendersi, ma l’uomo sarebbe riuscito a sfilarlo dalle mani e lo avrebbe messo al collo della donna. Poi la minaccia: «Ti uccido». Ma quello di agosto è stato solo uno dei tanti atti di persecuzione messi in atto dall’ex pastore che ora dovrà difendersi a processo.
La difesa L’uomo aveva ammesso le liti con la vicina, ma non gli insulti discriminatori