Cooperazione, il cda freddo su Mattarei
Domani il board: nodo Franch. Borzaga: l’accoglienza produce ricchezza
Cda tiepido dopo la lettera di scuse di Marina Mattarei ai soci della Federazione. Domani il board con il nodo Franch.
TRENTO La lettera di scuse inviata da Marina Mattarei ai soci della Federazione (Corriere del Trentino di ieri) sembra aver ricevuto un’accoglienza tiepida tra i cooperatori. Un tepore che diventa dubbio nelle file del consiglio di amministrazione: domani affronterà la questione delle parole della sua presidentessa su accoglienza e Progettone che hanno disorientato il movimento e consentito di speculare sull’eccessiva vicinanza politica tra Mattarei e il governatore Fugatti.
La presidentessa di Federcoop ha cercato di ricomporre il quadro e limitare i danni provocati dalla sua intervista, ma ciò verosimilmente non le consentirà di sottrarsi al fuoco di fila in particolare dei consiglieri delle coop sociali, che in seguito alle sue esternazioni sono tornati a chiedere quella rappresentanza che la nomina alla vicepresidenza di Mariangela Franch ha loro negato. Il ruolo della docente di management e marketing all’università di Trento — eletta come consigliera trasversale — è nel mirino degli esponenti del sociale, che avevano espresso da subito il loro malumore. Non sembra che Mattarei, almeno in questa fase, sia disponibile a sacrificarla, compiendo un passo indietro. Non è escluso, poi, che in questo contesto trovi manifestazione anche il malessere del comparto agricolo e del credito, nonostante la previsione di una sfiducia da parte dei consiglieri non sembri uno scenario realistico.
Lo spostamento a destra del Trentino con l’affermazione della Lega pone sicuramente un tema di interlocuzione e anche di sentiment popolare. Forse Mattarei si è spinta oltre. «La cooperazione non è un fenomeno omogeneo, ma pur essendo un movimento che in Trentino coinvolge una base sociale consistente, non dimentichiamo che parliamo di imprese e non di persone — sottolinea tuttavia Carlo Borzaga — I nostri studi dicono che ci sono modelli per cui l’attività di accoglienza si traduce anche in un vantaggio economico per la comunità locale».
Ordinario di politica economica al Dipartimento di Sociologia dell’università di Trento, dal 2008 presidente di Euricse, l’istituto europeo di ricerca sull’impresa cooperativa e sociale fondato, tra gli altri, da Provincia e Federazione trentina della cooperazione, Borzaga di questo mondo è un profondo conoscitore: «Euricse ha studiato decine di pratiche di accoglienza diffuse in tutto il Paese, segnate dalla collaborazione fra terzo settore e enti locali, che hanno mostrato le possibilità di un sistema che può generare vantaggi economici per le comunità ospitanti, di sviluppo e trasformazione sociale — evidenzia — dove nuovi arrivi hanno fornito, ad esempio, forza lavoro ad aree ormai prive di risorse umane necessarie per mantenere in vita negozi e professionalità. La contrapposizione fra interessi economici è un approccio scorretto».
«Nel merito delle dinamiche interne alla Federazione» sostiene di non voler entrare, ma allarga lo sguardo al rapporto tra pubblica amministrazione e cooperazione, segnato, secondo lui, dalla mancanza di «giusti riconoscimenti». «La cooperazione, soprattutto in ambito sociale e del lavoro, opera spesso al servizio e per delega dell’ente pubblico, non avendo tuttavia la possibilità di contribuire alla co-progettazione delle prestazioni che eroga — spiega Borzaga — Le cooperative avrebbero il diritto di dire la loro anche sui cambiamenti introdotti. Invece, quando disattivate, non hanno il tempo di reagire ai mutamenti». Un vulnus causato, secondo il docente, dalla «tendenza diffusa a considerare la cooperazione un mero gestore di servizi anziché, quale è, un co-produttore».