Ritorno delle mascherine «Una stretta necessaria»
Tra gli stand del mercato settimanale i trentini tornano a coprirsi naso e bocca Polizia locale al lavoro ma senza multe
A partire da ieri, la mascherina va sempre indossata quando ci si trova in strada o in piazza. Nel primo giorno del nuovo decreto del presidente del consiglio dei ministri — che a Trento ha coinciso con il giovedì del mercato cittadino — tra le vie del centro storico del capoluogo le persone sono tornate a coprirsi naso e bocca. Di inadempienti se ne vedevano davvero pochi.
Una disposizione che scaturisce dal «lassismo» di quest’estate e dai «messaggi sbagliati» lanciati in tv da alcuni medici.
Nel primo giorno del nuovo decreto del presidente del consiglio dei ministri di ottobre — che a Trento ha coinciso con il mercato cittadino — è stato interpretato così il ritorno dell’obbligo delle mascherine all’aperto. Le persone se ne sono fatte una ragione e ieri mattina, tra le vie del centro storico del capoluogo, sono tornate (nella stragrande maggioranza dei casi) a coprirsi naso e bocca. Di inadempienti se ne vedevano davvero pochi.
A partire da ieri, infatti, la mascherina va sempre indossata quando ci si trova in strada o in piazza, mentre nelle zone isolate bisogna essere pronti a metterla se si incontrano altre persone. «Mi sembra il minimo che si possa fare — commentano a fianco dei banchetti dei fiorai di Piazza Duomo Marta e Ivo, una signora e un signore sulla sessantina —. Con la risalita dei contagi la mascherina diventa un sistema di sicurezza essenziale». Sul motivo per cui si è arrivati a questo punto i due amici hanno le idee chiare. «Paghiamo il lassismo delle vacanze e i messaggi sbagliati che hanno lanciato per esempio esperti come Bassetti o Zangrillo», osserva Marta. Che si dice favorevole (come extrema ratio) anche alla linea dura: «Su una serie di situazioni bisogna che si intervenga in maniera anche repressiva, nonostante sia triregole stissima come misura. La libertà non significa farsi male a vicenda».
Neppure tra amici o familiari verrebbe da dire. L’obbligo della mascherina decade, infatti, soltanto quando si sta insieme a persone che abitano sotto lo stesso tetto. I non conviventi, anche se familiari o amici, sono considerati al pari degli estranei. Da parte del governo c’è stata inoltre una forte raccomandazione a seguire le stesse disposizioni anche al chiuso nei luoghi privati. Ma essere ligi alle regole in questi casi diventa effettivamente più difficile. «È abbastanza dura rispettare il distanziamento all’interno delle reti familiari — sospira nonna Narcisa allargando le braccia —. Io spesso devo andare a prendere a scuola il mio nipotino. La mia ragione di vita è la famiglia. Cosa dovrei fare? Rinchiudermi in casa?». La signora invita inoltre a non addossare la colpa a precise categorie di persone: «È inutile prendersela soltanto con i giovani, perché poi all’uscita della scuola ci sono i genitori che creano assembramenti oppure ci sono i supermercati strapieni di gente».
E a proposito di giovani ieri è arrivata anche la stretta da parte del neosindaco del capoluogo Franco Ianeselli con un’ordinanza che vieta la somministrazione e il consumo di bevande alcoliche — tra le 22 e le 6 del mattino — nella zona attorno a via Santa Maria Maddalena, spesso teatro di assembramenti. «Stiamo pagando un’estate senza — considerano Marta, Aurora e Roberto, tre studenti universitari fuori sede al primo anno di Giurisprudenza —. Tra amici, siamo sinceri, non abbiamo mai usato la mascherina o rispettato il distanziamento, soprattutto nei luoghi chiusi. Facciamo mea culpa. Forse però si dovrebbe avere maggiore accortezza anche sui mezzi pubblici oppure nelle stazioni».
Tra le situazioni che hanno causato l’aumento dei contagi — su cui il governo sta insistendo molto per una maggiore responsabilizzazione — ci sono sicuramente le feste private. «Si cerca di non chiamare i conoscenti e di organizzare una festicciola soltanto con gli amici più ristretti — spiega Sofia, una neodottoressa in Lingue moderne, ferma sulla pavimentazione di Largo Carducci insieme agli amici (tutti peraltro provvisti di mascherina) per la festa di laurea —. Invece di andare in un locale andiamo a casa di uno di noi e rimaniamo in pochi».
Passato il test del primo giorno, senza sanzioni (che vanno da 400 a 1.000 euro) e senza troppi richiami, entro l’inizio della prossima settimana anche la Polizia locale di Trento-Monte Bondone si impegnerà a diramare una nota informativa per garantire un’«uniformità di controllo». Per il momento quindi non si adotterà la linea della fermezza. Fermo restando che è sempre obbligatorio indossare la mascherina quando non si riesce a mantenere la distanza interpersonale di un metro. A partire da ieri, tra l’altro, è scattato l’obbligo di indossare la mascherina anche negli uffici a meno che non si stia in stanza da soli. «Sono molto favorevole a questo approccio prudente nei luoghi di lavoro — commenta Maurizio Valentinotti della Fenalt, sindacato autonomo del pubblico impiego —. Oggi (ieri, ndr) non abbiamo registrato particolari problemi». Così è sembrato anche a Giuseppe Pallanch, segretario della Funzione pubblica della Cisl: «Abbiamo ricevuto davvero poche segnalazioni».
Aurora, Marta e Roberto
Facciamo mea culpa per i mesi passati
Ivo e Marta
Paghiamo il lassismo delle vacanze e i messaggi sbagliati
Narcisa
È difficile rispettare la distanza all’interno della rete familiare
Sofia
Si cerca di organizzare festicciole solo con gli amici più stretti