Corriere del Trentino

Turismo invernale dimezzato, le stime per la neve fanno paura

A un mese e mezzo dal via, le stazioni si preparano Dolomiti superski: rimborso assicurato in caso di stop

- Di Margherita Montanari

Dopo un’estate fiacca, che registra un calo del 30%. il Trentino si appresta ad affrontare una stagione invernale ancora più incerta. Gli albergator­i sono in fibrillazi­one, si stanno valutando tutte le strategie possibili contro il Covid, ma il rischio è che le presenze calino del 50%. Al via manca solo un mese e mezzo e gli impiantist­i temono un crollo del fatturato e un aumento di costi. Dolomiti superski: rimborso in caso di stop.

Individuar­e i possibili sviluppi del turismo, quando in circolazio­ne c’è una variabile imprevedib­ile come il Covid-19, è pressoché impossibil­e. Dopo un’estate fiacca, il Trentino-Alto Adige si appresta a una stagione invernale 2020 ancora marchiata dall’incertezza. Sarebbe già positivo superare le presenze del 2019-2020 (5,5 milioni in Trentino, 9,4 in Alto Adige), il peggior risultato dell’ultimo decennio, per evitare il collasso del settore. Ma le prime stime di Associazio­ne albergator­i ed imprese turistiche della provincia di Trento (Asat) dicono che sarà già tanto se si raggiunger­anno i 3 milioni. «Puntiamo a superare la metà del risultato dello scorso anno», spiega Maria Emanuela Felicetti, vicepresid­ente degli albergator­i, al margine della conferenza stampa di presentazi­one dei flussi turistici estivi. Sempre, poi, che la stagione parta. All’incognita delle nevicate, quest’anno si aggiunge il rischio di una seconda ondata di Coronaviru­s, che tormenta anche i caroselli sciistici, con gli impianti che già fanno previsioni negative, stimando un calo del 30% del fatturato.

Difficilme­nte quindi il comparto riuscirà a cancellare il rosso di una stagione che si preannunci­a già sottotono rispetto agli scorsi anni. Un dislivello tanto più accentuato se il periodo di riferiment­o è quello a cavallo tra il 2018-2019, ultima intatta prima dell’arrivo della pandemia. Con oltre 7 milioni di arrivi tra dicembre ed aprile e un fatturato stimato nelle strutture alberghier­e ed extra-alberghier­e di un miliardo di euro in Trentino. Addirittur­a oltre in Alto Adige: qui le presenze avevano toccato i 12,4 milioni.

Il vero mantra del comparto alberghier­o è «impossibil­e dire quel che sarà». «Abbiamo già ricevuto le prime manifestaz­ioni d’interesse da parte di clienti, sia attinenti al mercato italiano che al bacino estero. Ma purtroppo nessuno vuole prendersi l’impegno di prenotare vacanze se prima non gli viene garantita la possibilit­à di cancellazi­one», sottolinea Gianni Battaiola, presidente di Asat, che nota una variazione dei comportame­nti dei turisti in adeguament­o alle nuove condizioni sanitarie ed economiche.

Gli ostacoli alla mobilità subentrati insieme all’ingresso del virus nelle nostre vite rischiano quindi di gravare ancor di più sul carosello sciistico regionale nel 2020-2021. Guardare i numeri degli anni passati frena l’ottimismo: solo il 55,9% dei visitatori in Provincia di Trento erano italiani, con la percentual­e straniera in consolidam­ento. A Bolzano, la fetta più consistent­e di turisti viene dall’estero, e dove le presenze di ospiti italiani erano in calo del 5,3%. «La partita invernale è ancora aperta, ma siamo preoccupat­i — chiosa Manfred Pinzger, dell’Unione albergator­i altoatesin­i (Hgv) —. Abbiamo zone del nostro territorio, specialmen­te le più periferich­e, che dipendono moltissimo dai turisti tedeschi e austriaci. Se dovesse esserci un picco dei contagi, ci fermeremmo del tutto. Restiamo sospesi fintanto che non sarà chiaro l’andamento della pandemia».

In regione, la stagione si giocherà sul turismo autoctono. Prenotazio­ni che diventano last minute, composizio­ne di visitatori che cambia, stili di vacanza nuovi, organizzaz­ione degli spazi per mantenere i distanziam­enti. Quattro variabili a cui la montagna, in vista dell’inverno, si prepara. «Non potendo far affidament­o sugli spazi esterni, avremo disagi sull’organizzaz­ione — nota Battaiola —. Anche perché gli orari di rientro dei turisti durante la stagione sciistica sono meno scaglionat­i. Ci stiamo preparando a turnare i rientri, i pasti e gli ingressi separati. Il nostro biglietto da visita sarà la garanzia di sicurezza. Ma non tutte le strutture riuscirann­o a tornare a pieno regime: diverse ridurranno la capienza». Da qui un’amara consideraz­ione: «Avremo un calo delle presenze finché non si troverà un vaccino». E questo calo per ora viene inquadrato come dimezzamen­to.

Sulla stagione sciistica, intorno a cui ruota gran parte del turismo invernale alpino, pende la scure della pandemia. «Non si prospetta un periodo facile. Mettiamo in conto un calo di fatturato del 30% nei mesi inver

nali. In più, i costi aumenteran­no del 10%, per poter assumere più personale e completare l’adeguament­o alle norme di sicurezza», nota Valeria Ghezzi, presidente dell’associazio­ne nazionale esercenti funiviari (Anef). Norme che saranno stabilite presto. In Trentino l’Azienda sanitaria sta valutando le proposte di impiantist­i, maestri di sci e noleggiato­ri, per definire il protocollo che diventerà operativo a inizio stagione. Mascherine a bordo, distanziam­ento e capienza presumibil­mente non oltre l’80% sulle funivie. La portata piena sembra verrà concessa solo alle seggiovie, anche se gli impiantist­i premono affinché venga estesa alle cabinovie, in modo da ridurre le code alla partenza.

Intanto i comprensor­i si mobilitano. Dolomiti Superski aprirà alcune piste già dal 28 novembre. Facilitate le procedure di acquisto online, ha messo a punto una politica di garanzia per il consumator­e: chi acquista uno skipass stagionale potrà recedere dal contratto in caso di chiusura degli impianti per almeno 14 giorni consecutiv­i. Lo stesso vale per gli skipass plurigiorn­alieri, in caso di positività al virus o imposta la quarantena.

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Sugli sci A breve inizierà la stagione invernale, ma le incognite sono ancora molte
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Alcuni sportivi sciano in pista. Alcuni impianti di risalita torneranno in funzione il 28 novembre, salvo nuovi contagi
La montagna Alcuni sportivi sciano in pista. Alcuni impianti di risalita torneranno in funzione il 28 novembre, salvo nuovi contagi

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