‘Ndrangheta, una verità che fa male
IIndifferenza, perché si è ritenuto che quello delle mafie fosse un problema di ordine pubblico riguardante esclusivamente il Mezzogiorno. Dalle 275 pagine dell’inchiesta «Perfido», invece, emerge come anche in Trentino sia progressivamente attecchita la malapianta della criminalità mafiosa e si sia assistito ad un progressivo e preoccupante diffondersi dell’omertà, della violenza e delle intimidazioni.
I mafiosi giunti nel Nord d’Italia, in particolare gli ‘ndranghetisti, hanno capito che in questo territorio è preferibile investire piuttosto che sparare, essere «voluti bene piuttosto che essere temuti», come disse qualche anno fa un capomafia e come dimostra la creazione di un’associazio ne culturale come quella denominata «Magna Grecia». In Trentino come in Veneto, Friuli Venezia Giulia e altre parti dell’Italia settentrionale, i boss hanno trovato il modo di svolgere affari tessendo una rete di relazioni che gli è valsa il supporto di quella «area grigia» popolata da imprenditori, liberi professionisti, banchieri e politici locali all’apparenza insospettabili. La criminalità organizzata si è progressivamente congiunta con la criminalità economica: frodi, truffe, intestazioni fittizie di beni, evasione fiscale e contributiva. Il cemento è costituito dalla corruzione, dal voto di scambio, dallo sfruttamento delle persone e dall’omertà, quest’ultima generata dalla paura o dalla complicità.
A Trento, in queste ore, circola un termine: sconcerto. Si fa un po’ fatica a comprendere fino in fondo questo sentimento. Da alcuni anni, infatti, la Direzione nazionale antimafia, la Direzione investigativa antimafia e la Commissione parlamentare antimafia lanciano alert sul Trentino. Lo ha fatto anche il «Coordinamento lavoro porfido», presentando diversi esposti che spesso sono stati archiviati. È probabile che siamo solo all’inizio di un percorso di bonifica di legalità. Il lavoro dei magistrati e degli investigatori è necessario per sconfiggere le mafie, ma non basta. In Trentino e nel Nordest serve un impegno corale, responsabile e partecipato. Adesso.