Natale in regione, un business da 130 milioni
Trento sarà senza mercatini di Natale ma non sarà l’unica. Dal resto del Trentino non è ancora arrivata la conferma ma probabilmente si farà come in Alto Adige: nessun mercatino da nessuna parte. Sarà un duro colpo per il giro d’affari regionale con una perdita stimata di oltre 130 milioni di euro di indotto tra le due provincie. In Alto Adige verranno persi 147 euro al giorno di spesa media per ogni turista che non andrà nei comuni di Bolzano, Merano e Brunico con gli altri 21 comuni che subiranno una perdita simile. Il Trentino ha un giro d’affari di oltre 40-60 milioni di euro con una spesa di 50 europ per ciascun turista ma Ianeselli ha già fermato tutto. Trento e probabilmente tutto il Trentino rinunceranno ai 200 euro di spesa media che portava di indotto ogni famiglia tra ristoranti, alloggio e spesa non solo ai mercatini ma in tutti gli esercizi commerciali della città. Ci sarebbero stati oltre 90 espositori ma visti gli elevatissimi costi di noleggio delle casette in legno e le limitazioni al flusso di pubblico, quasi per fare un favore agli artigiani trentini, i mercatini sono stati sospesi perché quasi sicuramente i commercianti non ci sarebbero andati pari. I weekend da tutto esaurito (per novembre e dicembre) sono un ricordo in tempo di Covid soprattutto per i 5 mercatini originali dell’Alto Adige che erano il centro attrattivo principale: Bolzano con 85 espositori, Merano con 79, Bressanone con 37, Vipiteno con 27 e Brunico con 33. Trento invece perderà i 700mila visitatori medi che ha avuto gli anni passati gli oltre 100 pullman che ogni weekend intasavano l’autostrada. Gli oltre 5000 camper in arrivo da tutta Europa non soggiorneranno nei campeggi trentini causando una perdita di quasi 500mila euro al settore dei campeggi. Ora la speranza per tutti i commercianti è di recuperare qualche guadagno con le vendite online. La fanbase c’è con più di 8 milioni di persone raggiunte con l’ultima campagna promozionale sui social network, il problema sarà mettere in piedi degli store online per ciascuno degli espositori con un’adeguata promozione attraverso le diverse piattaforme. Anche l’anima green dei mercatini non potrà fare sfoggio di sé quest’anno vista la chiusura, una perdita di ritorno di immagine considerevole per il settore dell’energia pulita in Trentino.
come declinare la situazione economica, certo tenendo a mente la priorità della salute».
Il ragionamento del capoluogo, che per primo ha preso una posizione, si articola su due piani. «Non potevamo dare un liberi tutti sul fronte dei mercatini, chiedendo invece sacrifici ai pubblici esercizi. In secondo luogo, abbiamo fatto un ragionamento economico: essendoci un problema sanitario e di mobilità, i 60 milioni di indotto verranno comunque a mancare». Trento prepara però il piano B. «Non sarà facile organizzarsi, ma è il momento di reinventarsi con la mobilitazione delle categorie», commenta Piffer. Il comune non esclude il format del mercatino diffuso. «L’idea – conclude Stanchina – è di studiare una formula che permetta di dislocare in luoghi non critici casette per la vendita di prodotti dell’artigianato locale, rinunciando per quest’anno al food».