Violenze con minacce verso la madre: due fratelli arrestati
TRENTO Dalla separazione dei genitori erano trascorsi molti anni ma i due fratelli, una volta adolescenti, non hanno mai perdonato alla madre l’assenza del padre. Le hanno addossato tutta la colpa e nei suoi confronti avrebbero assunto un atteggiamento ostile, a tal punto da minacciarla di gambizzazione e persino di morte, oppure, in alcuni casi, arrivando a prenderla a calci. La donna, però, dopo ripetuti episodi di maltrattamento, ha superato il limite di sopportazione e ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri della compagnia di Borgo Valsugana, i quali, a inizio settimana, al termine delle indagini, hanno eseguito la custodia cautelare in carcere e in comunità per i due ragazzi, rispettivamente di 20 e 17 anni.
La donna, cinquantaseienne di Levico Terme, è separata dal marito da una quindicina di anni e in tutto questo tempo si è occupata, quasi da sola, della crescita dei figli. Ma i due ragazzi, quando sono diventati grandi, hanno iniziato a coltivare rancore per la separazione dei genitori e ad accusare la madre del distacco che si era creato con il padre. Risentimento che poi sarebbe sfociato in maltrattamenti.
Già nel 2019, infatti, dopo vari interventi da parte dei carabinieri e segnalazioni alla magistratura, uno dei due figli, in particolare il ventenne, era stato raggiunto dal provvedimento di avvicinamento alla vittima. Ma nel corso dell’ultimo anno il ragazzo, seppure si fosse trasferito insieme ad alcuni amici in un’altra abitazione, ha violato la misura cautelare ed è tornato più volte a casa della madre, continuando ad avere comportamenti violenti nei suoi confronti.
Le tensioni si sono acuite specialmente a cavallo tra la fine dell’anno scorso e i primi mesi del 2020. Ingiurie e minacce erano diventate sempre più frequenti. In almeno un’occasione i due figli avrebbero detto alla donna che l’avrebbero mandata «sulla sedia a rotelle» e sarebbero arrivati anche minacciarla di morte. Dietro non c’era nessuna richiesta di denaro, ma solo un sentimento di rabbia. Una situazione che ben presto si è trasformata in un disagio non più sostenibile.
All’incirca un mese fa, dopo le offese e le violenze subite, la madre ha deciso di sporgere denuncia alla stazione locale dei carabinieri, che hanno immediatamente avviato le indagini. Dopodiché, al termine dell’attività investigativa, su richiesta della Procura di Trento, il Tribunale ordinario e dei minorenni hanno emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e in comunità nei confronti dei due ragazzi per il reato di maltrattamenti in famiglia. «Da questa esperienza — commentano i carabinieri della compagnia di Borgo Valsugana — si vede come segnalare tempestivamente i reati e le situazioni particolari, sia spesso anche se a malincuore, l’unico modo per interrompere una spirale di violenza che non da altre possibili soluzioni».
Sul tema è intervenuta anche l’assessora provinciale alle politiche sociali, Stefania Segnana. «Uscire dal cerchio della solitudine, denunciare le violenze, rivolgersi ai servizi sociali: questo ci sentiamo di dire alle donne che subiscono in silenzio abusi e maltrattamenti — osserva —. Sappiamo che non è facile, che spesso la società non incoraggia questi comportamenti, che gli stessi servizi pubblici a volte fanno fatica a raggiungere chi avrebbe bisogno di loro. Ci vuole uno sforzo in entrambe le direzioni, per rompere il muro del silenzio».