Corriere del Trentino

‘Ndrangheta, Macheda al Riesame venerdì

Ieri il collegio dei giudici ha valutato i ricorsi di Giuseppe Battaglia e della moglie Casagranda

- Mar.Mo.

TRENTO Ancora non è dato sapere se Giuseppe Battaglia rimarrà in carcere, o se il Tribunale del Riesame accoglierà il ricorso presentato dall’avvocato difensore Filippo Fedrizzi. Ieri il collegio — composto dai giudici Giorgio Flaim, Marco Tamburrino e Elena Farhat — è stato chiamato a decidere sulla misura cautelare di una delle figure chiavi del presunto clan ndrangheti­sta oggetto dell’inchiesta «Perfido» della Procura di Trento. Ma la decisione verrà formalizza­ta solo nelle prossime ore. Nel frattempo, l’indagato rimane in carcere.

Il ricorso di Pietro Denise, indicato come «custode delle armi» nei fascicoli dell’inchiesta sulle infiltrazi­oni della ‘ndrangheta nelle cave di porfido trentino, aveva aperto il rubinetto ad un flusso di ricorsi per la revoca delle misure cautelari dei principali indagati. Sono in tutto 19 gli indagati nell’ambito dell’inchiesta trentina per cui era stata prevista la misura cautelare più dura e si trovano in carcere. Nomi che ricorrono frequentem­ente nei fascicoli, come quello di Innocenzio Macheda, presunto esponente di spicco della cosca, così come quello dei fratelli Giuseppe e Pietro Battaglia.

A indagini in corso, si continuano a valutare le esigenze cautelari degli indagati. Proprio ieri è stata la volta dei ricorsi di Giuseppe Battaglia, ex assessore nel comune di

Lona Lases, indicato dalla Procura di Trento come una figura al vertice, insieme al fratello Pietro, e per questo ora in carcere; e della moglie Giovanna Casagranda, per cui erano stati disposti i domiciliar­i.

Misure per cui il loro avvocato difensore, Filippo Fedrizzi, ha chiesto una revoca o un alleggerim­ento al tavolo dei giudici del Tribunale del riesame. Per la moglie, in particolar­e, è stata chiesta la revoca della misura domiciliar­e.

Nessuna decisione lampo a questo giro, come invece era accaduto sul ricorso di Pietro Denise, respinto in una manciata di ore. Questa volta il collegio dei giudici non si è ancora espresso. Formalizze­rà la decisone nelle prossime ore, decidendo se confermare o meno l’impianto accusatori­o definito dalla Procura. E fornendo le proprie motivazion­i.

L’operazione dovrà ripetersi anche venerdì 6 novembre, con una nuova mandata di decisioni su nomi non meno importanti nel quadro dell’indagine. Primo tra tutti Innocenzio Macheda. Per lui, definito dalla Procura il capo locale dell’organizzaz­ione, così come per Pietro Battaglia, Mario Giuseppe Nania, Costantino Demetrio, Arafat Mustafà, difesi dall’avvocato Alessandro Meregalli, i giudici dovranno stabilire se confermare o meno il carcere.

Al momento restano invece ai domiciliar­i Giovanna Casagranda, Federico Cipolloni, Fabrizio De Santis e l’imprendito­re Giulio Carini, difeso dall’avvocato Andrea De Bertolini, che aveva rinunciato al ricorso al Riesame.

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Porfido Le cave oggetto di inchiesta

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