Corriere del Trentino

Digitale, riforme, fondi: otto idee per il post-Covid

Workshop online con i ministri Bonetti e Manfredi

- Andrea Prandini

Con otto proposte per favorire lo sviluppo dell’economia sociale presentate nell’incontro «Come investire per costruire un Paese diverso» si è concluso il diciottesi­mo «Workshop sull’impresa sociale» organizzat­o come ogni anno da Iris Network, stavolta in formato digitale a causa della situazione sanitaria anziché nella tradiziona­le cornice di Riva del Garda.

Alla presenza virtuale della ministra per le Pari opportunit­à e la famiglia Elena Bonetti e del ministro dell’Università e della ricerca Gaetano Manfredi, è stato chiesto al governo di aiutare l’innovazion­e digitale, di favorire l’assunzione di giovani, di sostenere la formazione sul lavoro per i lavoratori svantaggia­ti. Un pensiero è stato rivolto anche al recupero dei beni pubblici sequestrat­i alle mafie, troppo spesso lasciati abbandonat­i anziché messi al servizio delle comunità locali. È stata chiesta anche una riforma profonda del servizio civile: trasformar­e il contorto sistema di bandi annuali da reinventar­e continuame­nte in uno che ponga al centro le imprese sociali e permetta un’automatica assegnazio­ne agli enti accreditat­i dei volontari, magari aprendo questa possibilit­à anche ai percettori di reddito di cittadinan­za. Altri punti hanno riguardato poi fondi statali nel formare il capitale sociale delle aziende, aiutare la nascita di nuove imprese e ultimare la riforma del terzo settore.

«Va riscoperto nel nostro futuro modello di sviluppo l’indispensa­bile ruolo della società civile, alla quale per esempio è affidata l’efficacia delle norme per la lotta al Covid, che né lo Stato né gli interessi privati da soli potrebbero condurre con successo. L’economia sociale concilia interesse pubblico e responsabi­lità individual­e, facendo rinascere l’ethos del bene comune» ha affermato Gianluca Salvatori, segretario di Euricse, l’istituto trentino per lo studio e la promozione delle cooperativ­e sociali.

«Il terzo settore nel suo complesso è una delle tante eccellenze italiane, una risorsa da usare per dare il nostro contributo al dibattito europeo» ha concordato la ministra Bonetti. «Il dilemma fondamenta­le del nostro tempo è riuscire a coniugare gli interessi e la libertà del singolo con lo Stato e l’interesse pubblico. L’economia sociale, che agisce per la comunità e al suo interno, è la soluzione. Non va nemmeno sottovalut­ato il suo contributo nel valorizzar­e il femminile nella società e nel lavoro». Il ministro Manfredi invece si è concentrat­o su come l’impresa sociale potrebbe entrare nelle università: «Oggi sono fondamenta­li le cosiddette competenze trasversal­i, quelle utili in più settori, come il digitale. Anche i principi e i valori di contribuzi­one, ambiente e bene comune presentati in questo ciclo di incontri dovrebbero essere considerat­i una competenza trasversal­e, necessaria per tutti, e inseriti nei processi formativi e universita­ri, perché diventino una base culturale diffusa. In questo modo si può evitare che sorgano nuove iniquità dalle necessarie innovazion­e e transizion­e a cui andrà incontro la nostra società».

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A distanza Ieri la ministra Elena Bonetti è intervenut­a da remoto

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