Digitale, riforme, fondi: otto idee per il post-Covid
Workshop online con i ministri Bonetti e Manfredi
Con otto proposte per favorire lo sviluppo dell’economia sociale presentate nell’incontro «Come investire per costruire un Paese diverso» si è concluso il diciottesimo «Workshop sull’impresa sociale» organizzato come ogni anno da Iris Network, stavolta in formato digitale a causa della situazione sanitaria anziché nella tradizionale cornice di Riva del Garda.
Alla presenza virtuale della ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti e del ministro dell’Università e della ricerca Gaetano Manfredi, è stato chiesto al governo di aiutare l’innovazione digitale, di favorire l’assunzione di giovani, di sostenere la formazione sul lavoro per i lavoratori svantaggiati. Un pensiero è stato rivolto anche al recupero dei beni pubblici sequestrati alle mafie, troppo spesso lasciati abbandonati anziché messi al servizio delle comunità locali. È stata chiesta anche una riforma profonda del servizio civile: trasformare il contorto sistema di bandi annuali da reinventare continuamente in uno che ponga al centro le imprese sociali e permetta un’automatica assegnazione agli enti accreditati dei volontari, magari aprendo questa possibilità anche ai percettori di reddito di cittadinanza. Altri punti hanno riguardato poi fondi statali nel formare il capitale sociale delle aziende, aiutare la nascita di nuove imprese e ultimare la riforma del terzo settore.
«Va riscoperto nel nostro futuro modello di sviluppo l’indispensabile ruolo della società civile, alla quale per esempio è affidata l’efficacia delle norme per la lotta al Covid, che né lo Stato né gli interessi privati da soli potrebbero condurre con successo. L’economia sociale concilia interesse pubblico e responsabilità individuale, facendo rinascere l’ethos del bene comune» ha affermato Gianluca Salvatori, segretario di Euricse, l’istituto trentino per lo studio e la promozione delle cooperative sociali.
«Il terzo settore nel suo complesso è una delle tante eccellenze italiane, una risorsa da usare per dare il nostro contributo al dibattito europeo» ha concordato la ministra Bonetti. «Il dilemma fondamentale del nostro tempo è riuscire a coniugare gli interessi e la libertà del singolo con lo Stato e l’interesse pubblico. L’economia sociale, che agisce per la comunità e al suo interno, è la soluzione. Non va nemmeno sottovalutato il suo contributo nel valorizzare il femminile nella società e nel lavoro». Il ministro Manfredi invece si è concentrato su come l’impresa sociale potrebbe entrare nelle università: «Oggi sono fondamentali le cosiddette competenze trasversali, quelle utili in più settori, come il digitale. Anche i principi e i valori di contribuzione, ambiente e bene comune presentati in questo ciclo di incontri dovrebbero essere considerati una competenza trasversale, necessaria per tutti, e inseriti nei processi formativi e universitari, perché diventino una base culturale diffusa. In questo modo si può evitare che sorgano nuove iniquità dalle necessarie innovazione e transizione a cui andrà incontro la nostra società».