Il libraio Gizzi tra nuovi format e tombe d’autore
Giorgio Gizzi dell’Arcadia di Rovereto e le nuove modalità al tempo del Covid Tra consegne a domicilio, dirette da casa e consigli di lettura attraverso i social
«Ibuoni libri sanno trovare sempre la loro strada». Parola del libraio Giorgio Gizzi, titolare con la moglie Monica Dori della Libreria Arcadia di Rovereto. La libreria è dal 2016 presidio culturale e sociale per i lettori. Gizzi, appassionato di viaggi sulle tombe di scrittori e artisti, è tra i 50 autori di Qui
giace un poeta, in cui racconta il pellegrinaggio del luglio 2019 a Montevideo sulla tomba di Shoushani, maestro talmudico.
Gizzi, come sta affrontando da libraio la pandemia da Covid-19?
«Durante il lockdown di marzo e aprile abbiamo incrementato il servizio di spedizioni a domicilio, con richieste da tutta Italia e anche dall’estero. Abbiamo poi avviato dirette video sulla nostra pagina Facebook, con consigli di lettura e soprattutto con le presentazioni dei libri di molti autori italiani e internazionali. Quando le abbiamo sospese, nel tentativo di riorganizzare incontri dal vivo, abbiamo ricevuto una marea di proteste. Vista la drammatica situazione attuale, terremo attivi gli eventi online almeno per tutto il 2021. Continuiamo ad adeguarci di volta in volta alle nuove direttive».
Qual è il nuovo servizio ideato dalla libreria Arcadia?
«Oltre a esserci da poco affiliati a Bookdealer, una piattaforma italiana di rivendita online a sostegno delle librerie indipendenti che offre un’alternativa ai giganti dell’ecommerce, a breve attiveremo sul nostro sito uno store online di libri molto speciale: vi si troveranno titoli consigliati da noi – costituiti da novità editoriali ma anche da riscoperte – che sarà possibile personalizzare con una vasta gamma di ex libris e timbrature speciali, per rendere ogni copia un pezzo unico. Vogliamo rafforzare ancora di più il nostro impegno per “il libro giusto al lettore giusto”, diffondendo e difendendo il principio della bibliodiversità».
Come è cambiato il rapporto con i clienti in questi ultimi mesi?
«Hanno apprezzato le nostre iniziative, la vita in qualche modo deve continuare: ogni cosa, dalle letture online per bambini tenute da Monica, alle dirette casalinghe con i consigli di lettura, alle consegne di libri in bicicletta casa per casa, ha rafforzato il rapporto con il territorio. Tramite i social siamo cresciuti, arrivando a un pubblico lontano: sono venute a trovarci in libreria molte persone da Brescia, Milano, Bergamo e Mantova. Anche i trentini vengono più spesso e volentieri di prima».
Qual è lo stato di salute generale delle librerie in questo momento?
«A soffrire di più sono le grandi catene, con i punti vendita nei centri commerciali e nelle stazioni ferroviarie e aeroportuali. Le librerie indipendenti sono riuscite a reinventarsi, a instaurare un rapporto stretto con la propria comunità e hanno guadagnato terreno. Il periodo di Natale sarà decisivo: potrebbe vanificare il resto dell’anno. C’è il rischio che chi entra in libreria solo a Natale, quest’anno non si presenti affatto».
Lei è l’unico libraio tra gli oltre cinquanta autori del libro «Qui giace un poeta» (Jimenez), raccolta pellegrinaggi sulle tombe di poeti, artisti e romanzieri.
«Mi fa impressione essere co-autore di un libro con Bob Dylan. All’inizio ho collaborato solo come consulente, suggerendo alla casa editrice gli autori che avrebbero potuto partecipare. Poi ho contribuito in prima persona con un racconto sul mio pellegrinaggio del luglio 2019 a Montevideo sulla tomba di Shoushani, un maestro talmudico, mentore tra gli altri di Emmanuel Lévinas e Elie Wiesel, un personaggio di culto la cui vita è avvolta dal mistero e dalla leggenda».