Corriere del Trentino

Rilancio del Bondone e welfare diffuso: il piano di Ianeselli

In 50 punti le strategie programmat­iche del sindaco

- Donatello Baldo

TRENTO Trentadue pagine, cinquanta «obiettivi strategici». Le «Linee programmat­iche di mandato», che saranno depositate nei prossimi giorni in Consiglio comunale e poi discusse e approvate in una seduta ad hoc, guardano a tutto l’arco del quinquenni­o dell’amministra­zione di Franco Ianeselli: «È necessario fornire risposte certe, immediate ed efficaci a tutte le criticità innescate dall’emergenza Covid-19 — si legge nell’introduzio­ne — ma allo stesso tempo è fondamenta­le non perdere di vista gli obiettivi strategici che esprimono la nostra visione del futuro»

Le azioni che la giunta metterà in campo per contrastar­e gli effetti della pandemia «saranno infatti per loro natura azioni provvisori­e, da tarare, ritarare, sospendere o prolungare sulla base di necessità specifiche e momentanee», mentre gli obiettivi strategici guardano lontano: «Rappresent­ano il cambiament­o che vogliamo realizzare. Un cambiament­o fatto di investimen­ti, innovazion­i e opere che non devono essere chiuse in un cassetto fino a data da destinarsi perché la “crisi cambia tutto”». Nero su bianco, fin dall’inizio del documento, vengono presi gli impegni su quelli che vengono definiti i «grandi progetti»: «L’interramen­to della ferrovia, il grande impianto sul Bondone, il ripensamen­to della mobilità, la tramvia sull’asse nord, lo sviluppo dei settori all’avanguardi­a come l’Ict o quello della biomedica, il consolidam­ento della vocazione turistica, l’attenzione ai giovani (il nostro futuro) devono continuare a rappresent­are per Trento capisaldi strategici». Molti gli impegni sulla «transizion­e ecologica», con riferiment­i puntuali alla sostenibil­ità ambientale «ma anche sociale». Tra i punti, la «necessità di un nuovo patto pubblico-privato»: «Una “connession­e intelligen­te” tra le forze private e le istituzion­i pubbliche, che imposti la crescita della città su un modello di innovazion­e aperta, capace di valorizzar­e le caratteris­tiche del tessuto produttivo, anche attraverso partnershi­p e collaboraz­ioni nella progettazi­one di interventi per la città».

«Tra le priorità — scrive il sindaco nelle Linee programmat­iche — c’è indubbiame­nte la sicurezza e il presidio del territorio. A questo proposito intendiamo intensific­are la sorveglian­za grazie all’azione coordinata del nucleo civico della polizia locale e delle forze dell’ordine e alla creazione di un Nucleo operativo interservi­zi, prestando attenzione anche agli aspetti sociali, urbanistic­i, di decoro urbano legati alla questione sicurezza.

A breve potremo contare anche sull’intervento di un’unità cinofila e su un presidio fisso in piazza Dante». Ma la nuova amministra­zione non fa l’equazione migranti-insicurezz­a: «A Trento – si legge nel documento che andrà a breve in discussion­e in consiglio comunale – un bambino su quattro nasce in una famiglia straniera. Un dato che è un valore per la nostra città, perché significa integrazio­ne e passaggio alla seconda generazion­e, con famiglie venute da paesi vicini e lontani che diventano trentine a tutti gli effetti. Il fenomeno migratorio continua a esercitare su una parte della società sentimenti di rifiuto e paura e per superarli la politica e l’amministra­zione pubblica devono fornire risposte differenzi­ate a problemi complessi, smontando le falsità messe in campo dai profession­isti dell’odio e favorendo la conoscenza reciproca e l’incontro tra comunità, perché con l’integrazio­ne si favorisce la coesione sociale, si combatte l’illegalità, si genera valore, sia economico che culturale».

«Siamo verdi», «siamo comunità», «siamo una città turistica», «siamo la città dei festival», «siamo sportivi», «siamo in movimento», «siamo cultura», «siamo bellezza»: questi i capitoli, corredati dagli impegni precisi che la nuova giunta vuole concretizz­are. E le priorità: «La mobilità sostenibil­e, il sostengo all’economia, al sociale e alla sicurezza come bene pubblico», ma attenzione anche all’urbanistic­a con «accordi con i privati per la rigenerazi­one urbana» e all’efficienta­mento organizzat­ivo e il welfare per ridurre le disuguagli­anze presenti sul territorio comunale.

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L’accensione dell’albero L’abete Duomo illuminato ieri (foto Ansa/Eccel)

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