Un giallo a Bolzano
Il nuovo romanzo di Alberto Sulligi ha per protagonista la sua città
E un maresciallo, un’amante, i bulli e una vittima, marito di una fioraia
Il nuovo romanzo di Alberto Sulligi, Il maresciallo e
la fioraia (Edizioni 101 mistery) è ambientato a Bolzano, città natale dell’autore. Nato quasi come un divertissement nei mesi del primo lockdown, anche questo intreccio noirrosa Sulligi conferma invece la spigliatezza della scrittura e l’arguzia della trama. Nel libro di esordio L’oro di Stromboli aveva condotto i lettori sulle tracce di un misterioso tesoro con i protagonisti che si muovevano tra la Toscana e l’isola eoliana, facendo rivivere la saga di un’antica famiglia di mercanti fiorentini al tempo dei Medici.
Nel secondo romanzo altrettanto Non uccidete i leopardi, del 2019, Sulligi aveva indagato la scena criminale del commercio clandestino di reperti archeologici in Puglia, avvicinando il lettore all’antica civiltà messapica e a controversie letterarie intorno alla figura di Giacomo Leopardi. L’indagine di un rapimento, condotta da una coppia di detective privati con sorprendenti colpi di scena, contribuiva a tenere alta la suspence.
Se in quel romanzo Bolzano era una comparsa per via dell’origine bolzanina dei due investigatori, in questo nuovo libro la città è ora protagonista del racconto al pari dei personaggi. L’indagine di un omicidio diventa lo spunto per l’autore di un tuffo nel presente, nelle problematiche di bullismo e violenza che accomunano le città dei nostri giorni. Ma anche per un risvolto rosa, per una disinvolta storia d’amore tra l’ex maresciallo dell’Arma che lavora ora per un’agenzia investigativa e la titolare di una fioreria che lo ingaggia dopo la sparizione del marito, che si rivelerà essere vittima di un omicidio.
La storia noir si dipana così tra il centro storico e i quartieri della periferia di Bolzano. «È un terreno che conosco bene, forse, l’ho scelto per questo — spiega Alberto Sulligi, che a Bolzano ha svolto per quarant’anni la professione di architetto e ingegnere — . Mi ha dato la possibilità di fare vivere personaggi che potremmo incontrare in Alto Adige, con origini incrociate italiane e tedesche sudtirolesi o della minoranza ladina. Destreggiarsi tra le lingue è una singolarità di Bolzano. Per il personaggio della pm del team investigativo, per esempio, mi sono ispirato espressamente alla bellezza della campionessa locale di biathlon Dorothea Wierer». Le figure femminili vincenti sono molte. Dalla poliziotta di colore, adottata da piccola e cresciuta in una valle dolomitica, all’amante dell’assassinato che appare tutt’altro che plagiata nonostante la giovanissima età. Mentre i bulli maschi e un gruppo di vendicatori seniores alle prese con la giustizia fai da te, ne escono con le ossa rotte. A riprova che anche nella letteratura cosiddetta leggera si possono far passare messaggi importanti.
Continua in questo libro il connubio professionale dell’autore con la moglie Giovanna Da Por, artista che condivide con lui la passione per l’arte, per i viaggi e l’archeologia. L’artista ha fornito così l’immagine della copertina del libro, tratta da un suo quadro ispirato al centro storico di Bolzano.
Alberto Sulligi intanto ha già pronto un altro avventuroso romanzo, ambientato in Sud America nella foresta amazzonica e le sue misteriose civiltà del passato: «Stavo lavorando a quello, che dovrebbe vedere le stampe a breve — racconta — quando ci ha sorpreso la pandemia e così mi sono dedicato di getto alla scrittura di questa storia tutta bolzanina, per certi versi più leggera». Ma da dove nascono le sue storie così movimentate? «Nascono perlopiù di notte, prima di addormentarmi le racconto a me stesso, poi scrivendole sono i personaggi stessi a imporsi, a prendermi la mano. In questo libro in particolare, mi sono tirato indietro come narratore, ho lasciato i personaggi emergere dai dialoghi stessi».