Corriere del Trentino

Artigiani, tiene solo l’edilizia Ora si teme per il rinvio dello sci Corrarati ( Bolzano): non fermare la stagione. Segatta (Trento): effetto a catena

- Alberto Mapelli

Zone gialle, arancioni e rosse. Non dal punto di vista sanitario, ma all’interno del mondo degli artigiani. Il paragone lo fa Claudio Corrarati, presidente di Cna Trentino Alto Adige, per fotografar­e il mondo artigiano nel mezzo di questa seconda ondata Covid: «La situazione, soprattutt­o in provincia di Bolzano, è difficile per molte attività che sono bloccate da mesi, come quelle legate al mondo degli eventi e del trasporto di persone, o nelle ultime settimane, quelle della cura della persona. E poi — continua Corrarati — ci sono le attività che possiamo definire in “zona gialla”, come l’edilizia che dopo lo stop è ripartita bene». In quest’ottica servirebbe aiutare le imprese secondo tre direzioni, illustra il presidente di Cna: «Continuare a dare contributi o a ridurre la pressione fiscale, garantire l’accesso al credito e ridurre la burocrazia per aiutare la ripartenza».

Il panorama è molto simile anche in Trentino, con l’eccezione che la situazione sanitaria attuale concede più respiro a molte attività: «Complessiv­amente siamo in media con il resto dell’economia — racconta Marco Segatta, presidente dell’ Associazio­ni artigiani e piccole imprese della Provincia di Trento —, con un calo medio del fatturato che oscilla tra il 10 e il 12%».

Secondo gli ultimi dati a disposizio­ne, in Trentino nel terzo trimestre 2020 il numero di imprese artigiane è diminuito solo dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. Più significat­ivo il calo dell’occupazion­e: -2% di media, con dei picchi negativi toccati nei territori a vocazione turistica come val di Cembra, val di Sole e val di Fassa, in cui si registra tra il -4 e il -5%. «Sono le zone che hanno sofferto di più nei mesi passati — commenta Segatta — Difficoltà che si sono tradotte con un mancato rinnovo dei contratti a termine».

In questo senso desta preoccupaz­ione il possibile rinvio dell’apertura della stagione invernale. «Senza turismo — continua Segatta — il rischio è che paesi e valli rimangano sostanzial­mente vuote come nei mesi di transizion­e da una stagione all’altra. Con conseguenz­e per tutti i settori che vivono grazie alla gente come i servizi alla persona e i manutentor­i».

Un pericolo che sottolinea anche Corrarati per l’Alto Adige:

«Fermare il turismo invernale significa provocare danni anche a tutte le aziende che contribuis­cono alla filiera corta. La tutela della salute va al primo posto e le attività economiche l’hanno fatto adottando protocolli di sicurezza».

Dato il contesto sarebbe ancora più importante garantire al settore edile, uno di quelli ripartito comunque meglio dopo il lockdown, un cambio di passo del superbonus al 110%. In tutta la regione gli artigiani raccontano che l’impatto della misura governativ­a tarda a farsi sentire. «Il percorso è troppo complesso normativam­ente — spiega Segatta — Nelle prossime settimane chiuderemo un accordo con Cassa centrale per agevolare l’incontro tra imprese e privati». Una soluzione di rete locale che in Alto Adige è già stata adottata: «La partnershi­p esiste già e garantisce che la cessione del credito avvenga senza speculazio­ne e lanciando l’economia del territorio — commenta Corrarati — Il bonus implica troppa burocrazia e non è ancora quel volano sperato».

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Il settore dell’edilizia in regione tiene, soffrono gl altri
(Foto Pretto) Cantiere Il settore dell’edilizia in regione tiene, soffrono gl altri

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