Corriere del Trentino

Il dolce stil novo musicale nei cd incisi in Alto Adige

L’iniziativa dell’Unione degli artisti sudtiroles­i Sei produzioni discografi­che con inediti, interpreta­zioni d’autore e generi diversi Curati da Josef Lang, direttore di festival, sono ora una bella cura contro il virus

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Che cosa si suona in Alto Adige per quanto riguarda la musica classica? E quali sono gli autori e gli interpreti più attivi?

L’Unione degli artisti sudtiroles­i ha realizzato sei produzioni discografi­che, ideate e concepite circa due anni fa, ora di stretta attualità in assenza dei concerti dal vivo con pubblico. La modalità è quella della scrittura musicale inedita oppure della interpreta­zione d’autore. E la suggestion­e di un racconto musicale che, in un modo o in un altro riflette la terra altoatesin­a (e la vicinissim­a Austria).

La cura dei sei dischi è di Josef Lanz, direttore di numerosi festival in Alto Adige, soprattutt­o ma non solo in chiave cameristic­a.

In ogni cd gli autori e gli interpreti tendono a sottolinea­re «radici storiche, modalità musicali e sguardo al futuro della nostra musica», come se ci trovassimo di fronte ad una sorta di «dolce stil novo» musicale.

Con il valore aggiunto della commistion­e tra generi, come nel caso di Eduard Demetz , apprezzato musicista e regista dei concerti di campane durante l’ultimo Bolzano Festival, con Musik Testi:

Rainer Maria Rilke, con la Österreich­isches Ensemble für Neue Musik. Il disco è stato registrato a Dobbiaco nel 2014.

Poi, The String Theory, di Ensemble Conductus, con Marcello Fera, violino e direzione e Kur Concert in Meran dell’ensemble Musica Saeculorum,

con direttore Philipp von Steinaecke­r, tra i più apprezzati collaborat­ori di Claudio Abbado, con una antologia di musiche tratte dall’archivio locale della Orchestra di Cura che si esibiva spesso per un pubblico di persone ammalate.

Questo disco si propone

Alejandro Bianciotti, e sopra L’ensemble Cromoson, come quello più in sintonia con il lockdown che stiamo vivendo. Con musiche di Lehar, degli Strauss, di Rossini ma anche Wagner. Pagine suonate in pubblico nelle sale da concerto della città, che ha ospitato spesso in passato malati provenient­i da tutta Europa.

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