Giunchiglia assolto per il filone sul turismo
Sconto in appello di 8 mesi per l’ex presidente di Trento Rise Fausto Giunchiglia. È stato assolto dal filone sul Turismo.
TRENTO Il vetro della cornice delle foto di famiglia in frantumi, una fotografia stracciata, le lacrime, la paura. Una porta si apre e all’interno dell’appartamento c’è una donna con il suo bambino, la paura negli occhi, i singhiozzi. «Mi ha minacciata», sussurra. «Mi ha detto che mi avrebbe rovinato la vita. Ha promesso che mi brucerà viva», ha raccontato la donna al cugino tracciando con le parole, tra lacrime e singhiozzi, il dramma di un rapporto fragile segnato dalla violenza, dalle liti, dai soprusi. Le minacce, confermate dal bimbo che quel giorno ha assistito alla lite tra i genitori, non sarebbero solo frutto di un momento di rabbia incontrollata, ma dietro alle intimidazioni ci sarebbe una relazione difficile arrivata ormai al capolinea, ormai costellata da minacce e violenze.
Ancora una volta è la cronaca a disegnare i contorni di un dramma immenso che spesso si consuma nel silenzio della propria casa, celato dietro a un velo di paura e dolore. Una ferita aperta. Ogni giorno in Trentino arrivano due segnalazioni di casi di violenza sulle donne, sono 800 i reati segnalati nel 2019, ma sono una goccia nel mare, perché le denunce sono solo il 10%. Anche lei non aveva mai denunciato il marito fino a quel giorno in cui, disperata, ha chiamato i carabinieri. «Temendo che mi potesse picchiare ho chiesto l’intervento di una pattuglia>» ha raccontato. La donna parla di offese giornaliere, schiaffi, percosse anche davanti ai suoi due bambini. «Era molto agitata e piangeva — ha raccontato il cugino ai militari al loro arrivo — alla fine ho deciso di ospitare tutti e tre per la notte». L’uomo racconta di aver chiesto anche al marito di andare a cena insieme per tentare una riappacificazione, ma non ci sarebbe stato nulla da fare. È un racconto drammatico, quello della donna, una trentina, che ha spinto il questore a firmare un provvedimento di ammonimento per violenza domestica a carico dell’uomo.
Ma lui nega tutto e, attraverso il suo avvocato Stefano Trinco, ha impugnato il provvedimento davanti al Tar. Il difensore, che evidenzia il fatto che l’uomo è incensurato ed è sempre stato devoto alla famiglia, parla di un «allarmismo ingiustificato e pretestuoso da parte della donna». Insomma l’uomo nega il clima di violenza e ricorda che il Tribunale ha provvisoriamente affidato i figli a entrambi i genitori. Ma i giudici del Tar hanno respinto il ricorso ritenendolo infondato. Poco importa, secondo i giudici, che l’uomo sia incensurato e in passato non sia stato denunciato dalla consorte — scrivono nella sentenza depositata nei giorni scorsi — anche perché costei, nel precisare il carattere abituale delle condotte violente del marito, ha lasciato intendere che in passato non ha sporto denuncia, né si è rivolta alle strutture sanitarie nella speranza che le cose potessero cambiare».