Sedici artisti per «Turn up» Un disco senza confini
Musicisti del territorio e internazionali hanno risposto all’appello del producer ghanese Nana Motobi. Risultato: un mix travolgente di afro-beat, dance-hall, trap
Il progetto «Turn Up» esce allo scoperto coi suoi sedici artisti locali e internazionali, autori di un disco multietnico che va dal Trentino all’Africa passando per Roma e il Portogallo.
Produttore artistico ed esecutivo è il musicista ghanese Nana Motobi, da anni residente in Trentino, che con la sua etichetta Abe’ Pe’ Show Music House a maggio ha lanciato l’idea attraverso una call promossa dalla Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con Trento Massive, Trento Poetry Slam, Smarmellata - Cantiere 26 e Akoma Collective.
«Il progetto è nato con l’intenzione di portare in Trentino tante realtà musicali provenienti da vari Paesi – spiega il rapper e producer Nana Motobi – dato che esiste una scena locale molto ricca e vivace. La musica è una lingua di per sé, che va oltre le montagne, ma per questo progetto era inevitabile mescolare le lingue e le culture creando ponti tra artisti di Paesi diversi».
Oltre a Nana Motobi, gli altri «mentors» del progetto, col compito di guidare gli artisti nel processo creativo sono stati Adriano Cataldo, fondatore della Trento Poetry
Slam, il musicista roveretano Koflah e il ghanese Wasky.
Gli altri musicisti trentini coinvolti sono MardRe, Sara Kane, Amon Redblueled, Gabriele Calliari, il polistrumentista Riccardo Rea e Big
House, che oltre a produrre un suo brano ha curato il suono dell’intero progetto.
Per quanto riguarda gli artisti internazionali spiccano Bamba (Gambia), Machine (Portogallo/Capo Verde/Angola), Master Ibro (Togo),
Mynda Guevara (Portogallo/ Capo Verde), Rap Don (Sierra Leone), Wasky (Ghana) e Bruno Fatima Mutualibo (Mozambico/Somalia), oltre ad Alis (Bologna) e Dario (Roma).
«Da un paio d’anni ho iniziato l’attività di produttore – spiega Nana Motobi – ma questa è stata senza dubbio l’esperienza più divertente per la varietà musicale a disposizione. Abbiamo registrato tutto a distanza e poi dopo il lockdown ci siamo ritrovati per un paio di residenze a Lagolo dove in due settimane abbiamo terminato le registrazioni. Il rap è il motore espressivo principale ma si apre alla contaminazione con altri generi come dance-hall, afro-beat e trap, oltre alle skit parlate che diventano a loro volta canzoni».
Per finanziare l’intero progetto, completo anche di parte video, grafica e futuri live in streaming, è stata lanciata una campagna di crowdfunding della durata di un mese.
«La fase di registrazione è stata completata – spiega Nana Motobi – ma ci sono ancora dei costi per quanto riguarda la parte video, design e la distribuzione sulle piattaforme digitali».
E ancora: «L’idea del crowdfunding è per arrivare ancora di più alla gente sostenendo il nostro progetto è l conclusione -: stiamo già lavorando a due videoclip per le canzoni No green no life e Kananfa, mentre il disco sarà distribuito su chiavetta e non su formato fisico nel giro di poche settimane».