Unità cinofila, Futura non voterà la delibera
Comune, primo dissenso in consiglio. Separazione con i Verdi, dai verbali tutte le accuse
TRENTO Il divorzio tra Verdi e Futura è ora ufficiale e Lucia Coppola formalizzerà nei prossimi giorni il suo approdo al gruppo Misto. I comunicati stampa dei due rispettivi partiti non lasciano dubbi sulla «sofferta separazione» e sul «fallimento del confronto tra le parti». In ballo, dopo le dimissioni di Paolo Ghezzi, il nome del capogruppo: Futura, con Paolo Zanella che è subentrato a Ghezzi, lo voleva per sé, per dare continuità all’esperienza politica. I Verdi però lo volevano per Lucia Coppola, che ha preso più voti di Zanella, che ha l’esperienza di due anni e mezzo tra i banchi del Consiglio provinciale e che potrebbe anche vantare questioni di genere — sempre tanto invocate per principio — o di alternanza di metà legislatura tra le due «anime» elette nelle elezioni del 2018. Ragioni da una parte e anche dall’altra.
Nei comunicati non traspare il tono della discussione che si è acceso nelle riunioni di «avvicinamento» all’ultimo incontro, quello della rottura ufficiale. Il giorno prima, infatti, su zoom si sono ritrovati gli iscritti di Futura per dare le regole di «ingaggio» ai negoziatori che avrebbero dovuto ottenere per Zanella il ruolo di capogruppo in Consiglio provinciale, e in quella sede sono volate parole che sono poi arrivate sulle caselle e-mail dei dirigenti di Europa Verde: in un verbale ufficioso, fatto dagli appunti di uno dei presenti, Marco Boato – leader storico dei Verdi – è stato apostrofato come «cariatide» da uno degli esponenti più in vista di Futura, ma dei Verdi si è detto anche «avvoltoi» e «sciacalli», e di Lucia Coppola (questo in altre riunioni dei giorni precedenti) si sarebbe detto addirittura che «se è stata eletta è per grazia ricevuta», grazie cioè alla bontà di Futura di inserirla in lista alle elezioni provinciali. «Non commento — afferma dispiaciuta Lucia Coppola — ma segnalo che oggi (ieri, ndr) ho eseguito il bonifico del mese di novembre a Futura, come ho sempre fatto fin qui rispettando gli impegni presi».
Sul fronte comunale, dove Paolo Zanella ha lasciato la giunta dopo soli due mesi per correre in Consiglio provinciale in sostituzione di Paolo Ghezzi, è Corrado Bungaro a dare segnali di insofferenza. Nei piani di Futura, fatti saltare però dal sindaco Franco Ianeselli, era lui che doveva entrare in giunta al posto di Zanella, non il «tecnico» Ezio Facchin. Il suo voto di astensione, e di tutto il gruppo di Futura a palazzo Thun sulla delibera sull’istituzione di un’unità cinofila, viene letto da molti come una piccola «ribellione». Si tratta di fatto del primo voto in «dissenso» dalla maggioranza del nuovo Consiglio comunale. Anche se — qui la contraddizione segnalata proprio da alcuni esponenti della maggioranza — Paolo Zanella votò a favore della delibera in sede di giunta.